Apre i battenti da domani 27 marzo fino al 3 aprile Baselworld, il più importante appuntamento dell’anno insieme al Sihh di Ginevra, tenutosi in gennaio, per il settore degli orologi e dei gioielli. Si stima che l’80% del fatturato mondiale del comparto sia generato dalla fiera. Nei padiglioni progettati da Herzog & de Meuron si attendono oltre 150mila visitatori e 3.500 rappresentanti dei media da tutto il mondo, che accorreranno a scoprire le novità dei 1.500 espositori. Tra questi, marchi di tutte le fasce di prezzo, appartenenti a grandi gruppi, come Omega e Longines di Swatch Group, o indipendenti, da Rolex a Patek Philippe e Chopard.
Ma sono i modelli più raffinati e costosi a trainare i risultati del settore orologiero. Nel 2013, infatti, secondo i dati della Fh, la Federazione dell’industria orologiera svizzera, l’export di lancette elvetiche (pari a circa il 90% della produzione del Paese) è cresciuto dell’1,9% a quota 21,8 miliardi di franchi. Più della metà di tale valore, ovvero 13,5 miliardi di franchi, è riferito agli orologi sopra i 3mila euro, il cui export è cresciuto del 2,8 per cento. E anche in Italia, come emerge dall’indagine Gfk per Assorologi, nel 2013 a fronte di un trend negativo nel numero di pezzi venduti (-5,6%), si è registrata una leggera crescita a valore (+0,5%) e il prezzo medio si è alzato da 163 a 174 euro.
Guardando ai mercati di sbocco, qualche ombra giunge da Oriente. “Rispetto alla domanda – ha dichiarato alla Afp Jon Cox, analista di Kepler Chevreux – questa edizione di Baselworld sarà sicuramente una delle più incerte dopo la frenata del settore dovuta al declino in Cina”. Il +1,9%, per quanto positivo, segna un forte rallentamento del ritmo della crescita rispetto al +10,9% del 2012 e i tassi a doppia cifra degli ultimi anni. A pesare sono Hong Kong, il primo mercato in valore, calato lo scorso anno del 5,6%, e la Cina, al terzo posto, in flessione del 12,5 per cento. A controbilanciare i segni meno, tuttavia, gli Stati Uniti, sul secondo gradino del podio, saliti del 2,4% e i mercati europei esclusa la Francia. E questo trend pare proseguire anche nel 2014, visto che in gennaio le esportazioni elvetiche di segnatempo sono calate del 7,7% a Hong Kong e aumentate del 22,8% negli Usa, a fronte di un +5,6% dell’export totale.