La vera battaglia sul Made in resta quella europea, promossa da un gruppo di europarlamentari italiani e sostenuta dal vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani e sulle cui tempistiche non c’è ancora nulla di certo. Ma a difesa del dossier sulla tracciabilità dei prodotti comunitari, tema che tocca in primo luogo l’Italia vista la sua vocazione manifatturiera, arriva un disegno di legge presentato venerdì in Senato per l’istituzione del marchio “Italian Quality” per il rilancio del commercio estero e la tutela dei prodotti italiani. Firmatari del documento sono la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli e il presidente della commissione Industria, Massimo Mucchetti (entrambi del Pd). I sette articoli del testo delineano il progetto di creazione di un marchio collettivo facoltativo di proprietà dello Stato italiano, registrato in sede comunitaria e internazionale, di cui potranno dotarsi le imprese italiane. Pur essendo in linea teorica simile alla proposta dell’etichetta Made in Italy proposta dalla Lega Nord nel 2010, arenatasi subito dopo, questa proposta si differenzia in realtà perché è totalmente facoltativa e perché si inserisce in un quadro più ampio andando a toccare anche una analoga proposta francese di etichetta a tutela dell’artigianato locale. Per il dossier italiano, il target sono i prodotti di eccellenza di artigiani, srl, reti di impresa, cooperative e consorzi iscritti alle Camere di commercio e con domicilio fiscale in Italia, che riportano la marcatura “Made in Italy” e che hanno subito in Italia almeno un’ulteriore e precedente lavorazione rispetto all’ultima. Spetterà al ministero dello Sviluppo economico rilasciare l’autorizzazione all’uso del marchio alle imprese che ne faranno richiesta. In caso di irregolarità o utilizzo fraudolento del brand, scatterà la revoca. La stessa impresa non potrà, prima di 3 anni dalla revoca, presentare nuova richiesta per riottenere “l’etichetta” su altri prodotti (se l’istanza riguarda lo stesso bene oggetto del ritiro allora devono passare 5 anni). La dotazione finanziaria prevista è di 5 milioni di euro per ciascuno anno 2013, 2014 e 2015.