Si è presentata ufficialmente ieri alla stampa “la bella signora che farà molto bene alla Camera”, come il presidente di Cnmi Mario Boselli ha definito Jane Reeve, attualmente consigliere dell’ente di via Morone e dal 2 gennaio 2014 in carica come amministratore delegato. “Tolgo subito un sassolino dalla scarpa – ha detto ironicamente il futuro CEO di Camera Nazionale della Moda Italiana – e se dopo 26 anni in Italia non sono riuscita a perdere questo accento, vi dovrete abituare”.
Comincia con queste parole a raccontare della sua nazionalità inglese (ha studiato a Oxford e ha lavorato in giovane età per Marks & Spencer) e a soli 27 anni è diventata AD in Italia di una società del gruppo di comunicazione Tbwa. “ Se ce l’ho fatta io – ha specificato – ce la possono fare altri: è un tema, quello dei giovani, che mi sta particolarmente a cuore”. Sposata con un italiano, due figli nati e cresciuti ‘qui’, Jane Reeve racconta la sua fiducia nel Belpaese: “Si riprenderà, ma com’è nel Dna inglese, deve imparare a fare squadra, per il bene di un comparto che è patrimonio non solo dell’Italia ma di tutto il mondo”. Sull’importanza di fare sistema sembra che la bionda signora si batterà, infatti sollecitata una sua posizione sulla ‘competizione’ tra Milano e Firenze come città ‘capitale’ della moda, ha ribattuto secca: “La moda è l’Italia, dobbiamo ragionare in senso più ampio”.
Negli ultimi 4 anni Reeve è stata chairman e CEO dell’agenzia pubblicitaria Jwt, dove ha appreso quanto sia importante la contaminazione tra business locale e internazionale e come la comunicazione non sia altro che un mezzo per aiutare le aziende. “Mi considero una persona di business – ha chiosato – e se dovessi definirmi con una parola sceglierei ‘manager’ perché lavoro su obiettivi, con una strategia, e con metodologie che oggi devono essere molto veloci”. Parole che sottintendono quanto il digitale e le nuove tecnologie siano decisive per la moda, Mario Boselli ha dichiarato a Pambianconews l’entità del budget della Camera per il 2014: 4,7 milioni di euro derivanti dalle quote associative, “non so se li raggiungeremo – precisa – ma ci andremo vicino”, a cui si aggiungeranno 2,5 milioni dalle sponsorizzazioni e 500mila euro erogati dalla Camera di Commercio.
Sollecitato a un commento sul perché sia stata scelta una manager extrasettore alla guida di Cnmi, ha dichiarato al nostro giornale: “E’ una scelta che evita preconcetti e compromissioni con il passato, lo dico in senso buono, ma era necessario una persona esterna per apportare un cambiamento reale. La moda italiana ha bisogno di nuove risorse, nuove energie”. Il presidente di Cnmi ha ricordato gli step di un anno importante, il 2013, che ha portato lunedì scorso, dopo ben 55 anni, a cambiare lo statuto dell’ente di rappresentanza della moda italiana: il 14 aprile sono stati nominati i nuovi vertici dell’ente di via Morone; il 13 maggio il consiglio direttivo ha nominato due commissioni, una per la riforma dello statuto, l’altra per la scelta dell’amministratore delegato; il 16 ottobre è stato deliberato il testo dello statuto e la nomina del futuro a.d.; il 25 novembre, all’unanimità con solo due astenuti, è stato approvato il nuovo statuto e il consiglio direttivo ha cooptato Jane Reeve come consigliere in vista della sua futura carica a partire dall’anno prossimo.