Un Patrizio Bertelli in versione “sociale e politica” lancia il proprio allarme per salvaguardare l’economia nazionale, e mette in guardia sulla capacità cinesi di alzare la propria qualità produttiva verso il lusso. Inoltre, svela la prima mossa “da vice presidente vicario della Camera” per ravvivare Milano in occasione della settimana della moda.
L’amministratore delegato di Prada ha parlato questa mattina a Milano, al Luxury Summit del Sole 24 Ore: “Sono qui – ha detto chiaramente – con l’obiettivo di fare delle dichiarazioni”. Il messaggio riguarda il sostegno all’industria: “La filiera del lusso – ha continuato Bertelli – gode di ottima salute, quando coinvolge aziende capaci di esportare almeno il 50-60 per cento. Chi ha quote più basse non riesce più a stare sul mercato”. Il problema è poi il lavoro: occorre ridurre il cuneo tra lordo e netto, e “consentire un progresso di almeno il 10% del netto per recuperare parte del potere d’acquisto perso negli ultimi dieci anni”. Un altro tema caro a Bertelli riguarda le settimane di ferie: “Sei all’anno sono troppe – ha aggiunto – noi abbiamo già concordato coi sindacati un taglio di una settimana. Con questo e con gli straordinari nel week end i dipendenti oggi accettano perché guadagnano di più”.
Per trovare le risorse per non aumentare l’Iva, poi, Bertelli si è rivolto al Governo suggerendo di andare a recuperare i soldi dai risparmi nella burocrazia statale e nel mondo ospedaliero. Sottolineando che “l’aumento dell’Iva è una sciagura a livello nazionale”.
Tornando all’industria, il manager ha ribadito che ci sono filiere sane, e che “i rapporti con i fornitori sono consolidati anche contrattualmente. Le Pmi devono imparare a difendersi con contratti pluriennali”. La filiera, del resto, è un asset irrinunciabile. E, concordando con ciò che aveva espresso il presidente di Cnmi Mario Boselli pochi minuti prima, è un asset a rischio. “Attenzione – ha chiarito Bertelli – mentre in Europa e negli Usa i nostri competitor hanno dimostrato di non avere la manualità per sfidare la qualità italiana, i cinesi potrebbero invece imparare in fretta a fare prodotti di lusso”.
Infine, una presa di posizione nella versione di neo vicepresidente vicario della Camera della moda italiana. Per rilanciare Milano, “ho scritto una lettera personale – ha svelato Bertelli – a tutti i ristoranti nel centro di Milano, invitandoli a restare aperti nel week end delle sfilate”. “Anche Cova – ha aggiunto – che è l’unico bar in via Montenapoleone, resta chiuso”. Ma come, ha chiesto l’intervistatrice Paola Bottelli, Cova non è suo? “Cova mio? No – ha ribattuto Bertelli – io sono solo l’amministratore delegato di Prada”.