Oggi è il giorno della verità. Dopo un’inchiesta durata due anni e mezzo, si conoscerà la decisione dell’Autorité des Marchés Financiers (Amf) sulla presunta scalata segreta di Lvmh nel capitale di Hermès. I dettagli di questa storia sono raccolti nelle 115 pagine del rapporto firmato dall’AMF, l’organo che ha analizzato le procedure attuate dal colosso di Bernard Arnault.
Dopo aver raggiunto il 17% delle quote nel 2010, il presidente era caduto dalle nuvole quando la percentuale era salita oltre il 22% alla fine dello scroso dicembre 2012. In quell’occasione, Arnault aveva negato di avere avuto l’intenzione di aumentare la partecipazione (vedi articolo del 22 aprile) e affermato che all’epoca dei fatti non aveva neanche programmato di essere azionista di Hermès. ”Abbiamo fatto un investimento finanziario che si è risolto in maniera inaspettata -aveva dichiarato- e abbiamo le migliori intenzioni nei confronti di Hermès” .
Stando invece all’indagine di 115 pagine del rapporto, citato dal quotidiano francese Le Monde, non c’è stato nulla di casuale. Secondo quanto è emerso, LVMH avrebbe organizzato segretamente una scalata al capitale di Hermès dal 2001 (vedi articolo del 20 maggio), attraverso alcune filiali all’estero e tre banche, senza segnalare esplicitamente nei suoi conti che possedeva azioni di Hermès, infrangendo così le disposizioni del Codice Monetario.
Come anticipato da Pambianconews il 20 maggio, le eventuali sanzioni contro il gruppo verranno stabilite nelle prossime ore, dopo che l’Autorité des Marchés Financiers si riunirà per esaminare il caso e per sentire le ragioni di Lvmh. Comunque vada, il gruppo francese corre un rischio calcolato, perché, come riferisce la stampa francese, secondo le regole sul limite economico delle sanzioni la multa non dovrebbe superare i 10 milioni di euro.