Cina fa rima con grandi opportunità, non solo nel segmento retail ma anche – e forse soprattutto – nell’e-commerce. Ed è quello su cui stanno puntando le griffe di moda che, dopo aver scommesso sull’opening di decine di punti vendita nel Paese asiatico, sono entranti nella seconda fase, ovvero l’apertura dello store virtuale strutturato appositamente per il mercato cinese. L’ultimo in ordine di tempo è stato Hugo Boss che, seguendo l’esempio di Zara e Coach, ha lanciato nei giorni scorsi il suo negozio virtuale cinese gestito autonomamente anziché siglare una partnership con uno dei player di grande rilievo del segmento online. Oltre alla “semplice” vendita delle collezioni uomo, donna e accessori, il negozio online offre una vasta gamma di opzioni di servizio al cliente, tra cui il sevizio chat per richieste di informazioni e segnalazioni, e la spedizione in tempi rapidi. Pochi giorni prima era stata la volta di Gucci che ha annunciato di voler estendere il suo web site Gucci.com dedicato ai dispositivi mobili alla regione Asia-Pacifico. Attualmente il sito è disponibile per Europa e Stati Uniti, dove è stato lanciato nel mese di novembre, e già rappresenta il 27% del traffico totale e il 13% dei ricavi totali. Una mossa che sicuramente avrà dei felici riscontri fin dai primi mesi.
Secondo un report Exane Bnp Paribas, la Cina rappresenta il Paese per antonomasia della crescita esponenziale anche dal punto di vista del commercio online. Nel 2002 il tasso di penetrazione di Internet era pari al 5% della popolazione, quindi poco più di una cinquantina di milioni di persone, mentre nel 2012 è balzato al 42%e quest’anno arriverà al 46% superando i 600 milioni di persone. La crescita vorticosa non dovrebbe arrestarsi neppure nei prossimi anni. Nel 2015 saranno oltre 700 milioni i cinesi che navigheranno su Internet. Mentre sono raddoppiati (dal 22 al 40%), tra il 2011 e il 2012, i consumatori pronti a seguire e acquistare brand di lusso online.