Il prossimo 27 febbraio, a Parigi negli spazi del Musée Rodin, mezz’ora dopo l’ultima sfilata del giorno inserita nel calendario ufficiale della moda francese, quella di Thierry Mugler (ore 21.00), si alzeranno il volume e le luci sulla prima sfilata di Hennes & Mauritz a livello mondiale. I numeri di fatturato del gigante svedese, il suo essere una bandiera di quel fast fashion che ha ridisegnato equilibri anche nel comparto del lusso, e il fatto che abbia scelto Parigi per il debutto di una vera e propria collezione di stampo prêt-à-porter, sono aspetti che fanno riflettere.
Nei tempi in cui nella capitale francese la settimana delle passerelle rischia di essere scossa da un evento “fuori” calendario, a Milano il leitmotiv è il litigio “dentro” il calendario, con abituale rimbalzo di accuse tra Stilisti e Camera della Moda, cioè l’associazione che li rappresenta e di cui alcuni fanno parte. Mentre altri, tra coloro che parlano, non si sono tuttora presi la responsabilità di aderirvi. C’è da interrogarsi, dunque, su questo senso di rappresentanza e di appartenenza che, fino a oggi, pare aver funzionato principalmente ad excludendum. L’esclusione ha colpito proprio le label del fast fashion, la cui invisibilità nel panorama delle passerelle milanesi resta evidente.
A Milano si sta giocando la partita per la nomina del Presidente. L’ipotesi di una conferma di Mario Boselli, come già avvenuto in passato, raccoglie consensi e scatena opposizioni. Questa volta, sono scesi in campo big del calibro di Renzo Rosso e Patrizio Bertelli, a sostegno di Boselli, nonché per reclamare una ridefinizione dell’organizzazione, finalizzata a una maggior managerialità. Ma la questione resta delicata. Servono risorse finanziarie, convinzione e progetti condivisi. E non necessariamente in quest’ordine. Anzi, come si diceva, forse la prima mancanza riguarda proprio l’idea di appartenenza a una squadra per la condivisione di un progetto.
Sarà interessante capire quanto l’impermeabilità milanese saprà reggere alle potenti sollecitazioni che arrivano da lontano, capaci di mescolare ulteriormente le carte della moda, e di intrecciare ciò che è fast da ciò che è prêt. In questi ri-equilibri occorre tenere presente l’accelerazione Internet, cavalcata da New York e Londra, dove come Presidente è stata scelta Natalie Massenet, la fondatrice del colosso dell’e-commerce Net-a-porter, non proprio una sprovveduta in termini di strategie digitali. E il quasi incredibile boom dello shopping turistico, arrivato a coprire ormai il 50% degli acquisti di lusso in Europa. Quale sarà la formula vincente per inseguire questo pubblico itinerante, che a velocità impensabile riverserà nel mondo miliardi di cinesi di classe media?
David Pambianco