Gucci è ancora il marchio ammiraglio del polo del lusso di Ppr. Nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2012 la maison italiana ha infatti contribuito per 3,64 miliardi di euro (+15,8%) al fatturato totale della divisione luxury del gruppo francese, pari a 6,21 miliardi.
A trainare la crescita del 26,2% del turnover totale sono state, tuttavia, le altre “stelle” del polo del lusso, ovvero Bottega Veneta (+38,5%), Yves Saint Laurent (+33,7%) e “other Brands”, che include tra gli altri Stella McCartney, Alexander McQueen e Brioni.
Nel fiscal year Gucci ha registrato un risultato operativo corrente di 1,1 miliardi, in aumento del 18,9%, rispetto agli 1,6 miliardi della divisione luxury (+27,6%).
In occasione della conferenza di presentazione dei risultati, il patron François-Henri Pinault ha annunciato che Gucci si prepara a sfruttare il gap di potenzialità del proprio marchio in Cina, dove esistono margini per spingere sull’accelerazione dei negozi. Tuttavia, il manager ha lasciato capire che l’approccio sarà “à la carte”, ossia saranno valutate con attenzione le dinamiche accelerate con cui in Cina si passa da consumi “d’entrata” allo shopping maturo. Insomma, l’annuncio di Bernard Arnault due settimane fa sul riequilibrio di Louis Vuitton (meno ossessione per la crescita, più attenzione allo standing del brand) non sembra così lontano.