Si riapre, ma solo a metà, la partita sul regolamento Made in, l’etichettatura obbligatoria per i prodotti extra europei da sette anni in attesa di approvazione. Dopo il colpo di scena dello scorso ottobre quando la Commissione europea ha eliminato il testo dal suo programma di azione per il 2013, oggi l’assembla plenaria del Parlamento europeo ha votato una risoluzione non vincolante per chiedere il ripristino del dossier. Ebbene, la proposta è passata a larga maggioranza.
Eppure, il rischio è che non si arrivi comunque a nulla di concreto. L’incontro di ieri, infatti, si è rivelato a tratti un momento di scontro acceso tra i deputati favorevoli al dossier e il Commissario per il commercio Karel de Gucht propenso invece al ritiro della proposta. Con la risoluzione, l’onorevole Cristiana Muscardini, relatrice della bozza di regolamento sul Made in, ha chiesto alla Commissione di riconsiderare la decisione di depennare la proposta di direttiva. Gli eurodeputati hanno chiesto di “esplorare altre strade per garantire condizione di parità tra le imprese dell’Ue e i loro concorrenti dei Paesi terzi”, come si legge in una nota ufficiale del Parlamento.
Da parte dell’onorevole Muscardini è stata espressa anche una richiesta “all’attuale e al prossimo Governo italiano per un impegno specifico e inderogabile per ottenere l’approvazione di un provvedimento che, specie in un momento di crisi economica come quella attuale, con l’invasione di merci illegali e di marchi contraffatti, è necessario per riportare correttezza nel mercato e fiducia e lavoro nell’impresa”.