Claus Dietrich Lahrs, CEO di Hugo Boss, ha spiegato che il controllo più stretto sulle vendite al retail e la migliore comprensione delle esigenze dei consumatori hanno portato il brand al raggiungimento di ottime performance di vendita, per un totale di due miliardi di euro nell’ultimo anno e una previsione di 3 miliardi nel 2015 (o anche prima). Il marchio è stato in grado di diminuire i tempi necessari allo sviluppo delle collezioni, che sono passate da due a quattro all’anno, oltre ad aver costruito un magazzino da 100 milioni di euro che ha permesso di ridurre al massimo il tempo di arrivo della merce ai negozi.
Da quando Lahrs è diventato CEO di Hugo Boss nel 2008, le vendite al retail sono cresciute fino al 45%, con previsioni di un +75% per il prossimo futuro. Nei mercati più colpiti dalla crisi, come quello spagnolo, Hugo Boss ha adottato una strategia retail di shop-in-shop all’interno dei grandi magazzini, mossa che si è rivelata di grande successo. Se nei mercati di Usa e Germania i partner wholesale rimangono molto importanti, d’altra parte il brand sta cercando di guadagnare sempre maggiore controllo sui propri punti vendita, sia tramite store diretti che attraverso monomarca in franchising.
In risposta alla caduta delle vendite in Cina, Lahrs ha dichiarato in una intervista al Financial Times che “non sarebbe sorpreso di vedere una ripresa significativa in Cina entro l’inizio del prossimo anno” anche a seguito dei cambiamenti politici a livello di leadership del Paese.