L’11esima edizione dell’appuntamento triestino dei giovani talenti ha visto vincere su tutti la couture. Da Ykk a Diesel, i premi sono stati assegnati a chi ha creato dettagli e accessori di alta artigianalità, con un giusto mix di talento e capacità di rendere un capo all’avanguardia. Abbiamo intervistato per l’occasione il patron di Diesel Renzo Rosso, Marco Grandi di YKK, Letizia Schatzinger di D di Repubblica e Caterina Salvador del gruppo Coin, che ci hanno fornito la loro chiave di lettura sul futuro di moda e accessori.
Si è conclusa lo scorso 15 luglio, a Trieste, l’undicesima edizione di International Talent Support, il concorso internazionale per giovani talenti di tutto il mondo, organizzato da EVE e supportato da sponsor di prim’ordine come Diesel, Ykk e Swarovski Elements. Barbara Franchin, ideatore e anima di ITS ha voluto sottolineare quanto questa 11esima edizione segni un punto di svolta con il decennio passato “dando il là ad un nuovo e diverso percorso”. Vincitore della fashion collection of the year 2012, con un premio di 5.000 euro, è stato il giapponese Ichiro Suzuki con una capsule maschile di completi dal gusto optical, in cui i motivi geometrici diventano 3D ed escono dalle giacche diventando forme solide grazie ad un tessuto strutturato. “Una collezione che ha unito grande capacità sartoriale a un’interpretazione estremamente moderna” ha commentato la Franchin. Un’edizione, questa undicesima di ITS, che ha visto un ritorno alla couture, ovvero ad una lavorazione artigianale e ad un utilizzo di stampe non riproducibili per creare dei pezzi unici. “Quello che mi ha colpito di più è che nonostante si parli di fast fashion e di moda che cambia, tutti questi ragazzi hanno gareggiato con collezioni estremamente couturier” ha affermato Caterina Salvador, fashion coordinator del Gruppo COIN. “Esattamente il contrario cioè di quello che sta succedendo nel mondo della moda, dove si cerca di distribuire in larga scala e produrre alla velocità della luce”. D’accordo su questo anche il patron di Only The Brave Renzo Rosso, che ha posto l’accento su come la moda rifletta sempre il momento sociale e culturale che si sta vivendo. “L’Italia purtroppo è un Paese dove gli industriali pensano troppo alla propria identità e hanno poca cultura di fare aggregazione, ma credo sia necessario che cambiamo la nostra prospettiva, altrimenti tutti i fondi esteri faranno shopping delle nostre bellissime aziende… com’è successo con Valentino”. E a proposito dei giovani talenti che hanno sfilato a ITS sottolinea “quello che mi ha colpito di più i questi giovani talenti è la loro voglia di andare contro al sistema moda esistente con i loro tentativi di portare qualcosa di innovativo e di fresco. Per me è sempre interessante capire loro cosa pensano perché è la loro visione che mi mantiene attaccato alle nuove generazioni e mi da la possibilità di sviluppare al meglio i miei brand”. Renzo Rosso ha nominato vincitore del Diesel Award Marius Janusauskas, apprezzatissimo per le sue plissettature e dettagli couture, il giovane talento avrà così la possibilità di lavorare nel team creativo Diesel per sei mesi. I dettagli couture hanno fatto vincere a Janusauskas anche il premio di D Di Repubblica: “Mi ha colpita il suo senso di eleganza” ha commentato Letizia Schatzinger, fashion director di D di Repubblica. “Una ricchezza piena di cultura rapportata ad un avanguardia tipica della scuola di Anversa”. Vincitore del ricco premio Ykk, è stato invece Benjamin John Hall, con le sue scarpe-ferro da stiro, estremamente d’avanguardia. “Il nostro contributo al vincitore consiste in un supporto economico di 10.000 euro oltre alla visibilità presso il nostro stand a tutte le fiere cui parteciperemo” ha affermato il direttore commerciale YKK Italia, Marco Grandi. “Noi abbiamo bisogno di vendere ma il motore di questa industria è la creatività. Alcuni marchi italiani stanno evaporando e speriamo che questi giovani stilisti facciano qualcosa anche per questo paese. A livello strategico per Ykk stare vicino allo stile è essenziale, anche perché poi noi impariamo da loro… a cosa ci serve una ricerca&sviluppo se non abbiamo uno stile che ci guida?” conclude Grandi.