Dagli Stati Uniti alla Russia, passando per Brasile e Korea. Sono questi i nuovi mercati su cui puntare per contrastare questo periodo di stagnazione dei consumi domestici e in generale del rallentamento dell’economia in tutta Europa. Ma svilupparsi all’estero non è fattibile per tutte le aziende, soprattutto per le piccole-medie imprese italiane, considerati i grossi investimenti finanziari richiesti e le risorse strutturali e manageriali per essere competitivi a livello globale. Proprio per supportare queste realtà, già negli anni ’80 è nata EMI-Ente Moda Italia, l’associazione partecipata al 50% da Centro di Firenze per la Moda Italiana e Sistema Moda Italia per supportare l’internazionalizzazione nei più importanti mercati esteri.
“Il nostro obiettivo principale è aiutare le piccole e medie imprese ad espandere la loro quota export sia nei mercati ad oggi in forte crescita come Brasile e Russia, ma anche negli Stati Uniti dove la domanda di prodotti made in Italy sta tornando in ripresa”, ha dichiarato il presidente Antonio Gavazzeni. “Nel corso degli anni ci siamo accorti che il principale rischio delle nostre aziende è quello di essere monomercato, che soprattutto nei momenti più difficili, diventa veramente un grosso problema. Quindi il consiglio che noi diamo è quello di diversificare il portafoglio export con una strategia commerciale più articolata, dove un piede rimane saldo nel mercato domestico facile da seguire, e un altro tenderà verso quei mercati in più rapida espansione in modo da dividere i rischi in più Paesi”, continua Gavazzeni.
EMI-Ente Moda Italia fornisce questo supporto attraverso un pacchetto di servizi che vanno dalla consulenza, all’immagine coordinata, alla presenza nelle principali fiere internazionali, strumento essenziale per l’approccio a nuovi mercati. “Siamo convinti della centralità delle manifestazioni fieristiche anche per il futuro delle piccole e medie imprese – continua Gavazzeni – e cerchiamo sempre di più di trovare le città giuste con le giuste fiere di riferimento e, se non ci sono, proviamo a crearle direttamente noi come nel caso di Seoul”. Il futuro punterà sempre più verso l’Asia anche se le difficoltà di approccio ad alcuni mercati rendono ancora impossibile la loro penetrazione per le piccole e medie imprese. “Il problema in quei mercati è che non esiste una rete di negozi multimarca consolidata – conclude il presidente – Cina e India ad oggi sono ancora Paesi difficili da penetrare per il tipo di distribuzione a cui fanno riferimento orientata prevalentemente a monomarca e department store”.