Nonostante le difficoltà il Gruppo Albini, maggior produttore europeo di tessuti per camiceria, registra nei primi 7 mesi dell’anno un incremento di fatturato pari al 10% rispetto allo stesso periodo del 2010 e un buon andamento delle esportazioni, soprattutto per la fascia medio-alta di prodotto.
Tra i mercati in crescita buoni segnali arrivano, nonostante la debolezza del dollaro, dagli Stati Uniti, dalla Cina, dall’India, dalla Russia e dalla Turchia. I buoni segnali dell’export diretto, pari al 70% del fatturato, confermano l’alta vocazione internazionale del Gruppo e il grande apprezzamento per il prodotto italiano di qualità. Albini conferma la strategia di puntare decisamente sul Made in Italy, dove si mantiene il 100% del finissaggio (stabilimento di Brebbia) e sull’Unione Europea, area che produce il 75% dei tessuti (di cui oltre il 50% prodotto in Italia).
A sostegno della propria strategia e confermando la peculiarità ad investire costantemente senza lasciarsi influenzare da crisi e congiunture negative di mercato, il Gruppo ha varato un piano di investimenti per il biennio 2011-2012 di 12 milioni di euro, destinati soprattutto al miglioramento dei servizi al Cliente e al rinnovamento di macchinari industriali nei vari siti produttivi, a testimonianza di una forte vocazione industriale della famiglia Albini da cinque generazioni alla guida del Gruppo.
“Nonostante la moderata crescita di fatturato, anche il 2011 è caratterizzato da incertezza e crisi – ha sottolineato Silvio Albini presidente del Gruppo – Oltre alle difficoltà generate dalla congiuntura economica negativa e al conseguente calo dei consumi, il nostro settore ha dovuto fare i conti con l’aumento del prezzo del cotone, che costituisce una grave penalizzazione alla redditività delle aziende”.