Prosegue a luglio il trend di crescita che, nono ha visto protagonista l’industria orologiera svizzera nei primi sei mesi del 2011, nonostante i livelli record toccati dal franco sull’euro e sul dollaro. Secondo i dati della Fédération de l’industrie horlogère suisse (FH), l’export di segnatempo elvetici nel mese di luglio è cresciuto del 21%, per un valore di 1,7 miliardi di franchi (1,4 miliardi di euro).
I mercati più dinamici sono stati Hong Kong e Cina, cresciuti rispettivamente del 55% e del 46%, ma anche USA (+33%), Italia (+25%) e Francia (+13%) hanno fatto segnare aumenti a doppia cifra rispetto a luglio 2010. Analizzando l’export per fascia di prezzo, l’incremento maggiore ha interessato gli orologi di prezzo superiore ai 3mila franchi (+26% in valore e +29% in volume), il che fa pensare a una crescente percezione delle lancette di lusso come beni rifugio nell’attuale contesto di instabilità economico-finanziaria.
Per quanto riguarda il periodo gennaio-luglio 2011, i dati FH indicano un export totale di 10,4 miliardi di franchi (8,7 miliardi di euro), in rialzo del 19,5% rispetto allo stesso arco di tempo nel 2010. In testa alla classifica dei Paesi destinatari delle vendite si trova ancora Hong Kong, con 2,1 miliardi di franchi (+28%), seguita da USA con 1 miliardo (+22%) e Cina con 848 miliardi (+47%). Al quarto e sesto posto Francia e Italia, mentre al quinto e al nono spiccano Singapore e gli Emirati Arabi, che con aumenti superiori al 25%, si confermano due mercati di crescente importanza per l’industria orologiera rossocrociata.