Burberry vede rosa per quest'anno e punta a raggiungere una crescita del 10% sia sul canale retail sia su quello wholesale (Spagna esclusa) spinta dai risultati dell'esercizio fiscale che si è chiuso il 31 marzo. Nella seconda metà dell'anno fiscale 2009-2010, infatti, il gruppo britannico del lusso ha annunciato un incremento delle vendite del 6% a 707 milioni di sterline. E tra le due reti distributive, quella retail e quella wholesale, è la prima ad aver spinto i conti.
Le vendite nel canale dei negozi diretti, che incidono per oltre il 60% nel giro d'affari complessivo, sono cresciute del 15%, totalizzando 437 milioni di sterline, trainate dalle forti richieste soprattutto di accessori e pelletteria provenienti dall'Asia e da parte dell'Europa tra cui Hong Kong, la Gran Bretagna e gli Emirati Arabi Uniti. Il calo del canale wholesale (-6%) è invece legato alla debolezza del mercato spagnolo e all'incertezza della domanda in aree come la Russia ed Est Europa. I ricavi derivanti dal licensing sono diminuiti del 6% e i vertici del gruppo si aspettano per questa voce un segno negativo anche nell'esercizio corrente, con una contrazione tra il 5 e il 10%.
Entro marzo 2011 Burberry ha in programma l'apertura di nuovi negozi, dei quali (dai 20 ai 30) sono in programma nelle Americhe e in Asia-Pacifico. Quanto ai ricavi wholesale, nel secondo semestre è atteso un recupero nei maggiori mercati eccetto l'Europa, dove è in corso una razionalizzazione della rete distributiva, come ha spiegato il ceo del gruppo Angela Ahrendts. Per spingere la crescita � ha aggiunto Ahrendts – oltre ad altre iniziative per rafforzare il brand, incrementeremo gli investimenti nelle nuovi regioni. Abbiamo inoltre in programma iniziative ed e-commerce.