La caduta del mercato della gioielleria e la crisi di liquidità che ha colpito molte aziende non ha lasciato indenne il Guppo Bulgari, il cui management ha deciso di rafforzare finanziariamente l'azienda attraverso un'offerta di obbligazioni indicizzate. L'operazione, unita ad una politica di contenimento dei costi – già in atto dalla fine dello scorso esercizio -, permetterà alla maison di gioielleria di essere ancor più solida e ben posizionata nel momento in cui riprenderanno i consumi.
In un'operazione coordinata da Goldman Sachs, Bulgari emetterà 130 milioni di obbligazioni convertibili. Questa iniziativa servirà sia a riequilibrare la struttura finanziaria allungandone le scadenze sia a far fronte alle esigenze di cassa di medio-termine.
L'operazione prevede una raccolta iniziale di 130 milioni destinata solo agli investitori istituzionali, estendibile a 150 nel caso in cui l'opzione di over allotment venga esercitata interamente. Il prestito avrà durata di cinque anni e un rendimento del 5,375% con un prezzo di conversione fissato a 5 euro per azione. Il rimborso potrà avvenire attraverso azioni Bulgari ad un prezzo prefissato, come detto, di 5 euro ciascuno oppure in contanti, ma sempre facendo riferimento al valore azionario del titolo Bulgari.
Nel caso in cui tutte le obbligazioni siano convertite in azioni, la società dovrà emettere circa 30 milioni di nuove azioni, e così facendo l'azionariato sarebbe modificato rispetto alla situazione attuale.
In caso di totale sottoscrizione delle nuove azioni, la famiglia romana sarebbe diluita fino al 47,8% e così la maggioranza della società che oggi fa capo alla famiglia (47,6% suddiviso tra Nicola e Paolo Bulgari e del 4,4% posseduto dall'ad Francesco Trapani), diventerebbe di proprietà del mercato. Ciò significa che un ipotetico investitore potrebbe rastrellare nel mercato azioni fino a possedere il 51% di Bulgari.