Giovedì 25 giugno si è chiuso il processo che aveva come oggetto il crack Giacomelli.
Il ruolo di Gabriella Spada, presidente del Gruppo Giacomelli, nel corso del processo è stato ridimensionato, poiché è risultato che le decisioni operative principali furono prese da altri, tra cui il marito Emmanuele Giacomelli, condannato a nove anni di carcere. Per la Spada, quindi, la condanna è stata ridotta da sei a quattro anni.
Per il fondatore del gruppo, Antonio Giacomelli, la condanna è stata di tre anni per aver giocato un ruolo essenziale nell'allestimento delle fatture false emesse per sovrastimare il giro d'affari ai fini della quotazione in Borsa.
La madre della Spada, Angela Lenzi, invece dovrà scontare tre anni e pagare una multa di oltre 10mila euro per insider trading e riciclaggio.
Il consulente di marketing esterno al gruppo, Vittorio Fracassi, della società bresciana Sisim, ha avuto una condanna a 4 anni e 10 mesi, mentre Stefano Pozzobon, direttore finanziario del gruppo, ha avuto 4 anni e 8 mesi.
Infine, 3 anni e 6 mesi per Andrea Biagi, altro consulente informatico del gruppo, e 2 anni e 10 mesi per William Pierazzo.