Nella moda l'attenzione dei compratori si concentra sulla distribuzione
Chi vuoi comprare fa fatica a trovare i soldi, chi pensa di vendere aspetta tempi migliori nella speranza di incassare un po' di più. E così, nei primi tre mesi di quest'anno, le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) nelle aziende della moda, in tutto il mondo, sono diminuite dell'8,5% rispetto ai primi tre mesi del 2008, scendendo da 35 a 32. Ma soprattutto sono quasi scomparsi i fondi di private equity, che l'anno scorso avevano giocato un ruolo da protagonisti (il 23% delle operazioni totali) mentre ora sono rimasti defilati (solo due le operazione realizzate).
Una situazione nuova, legata alla crisi internazionale che ha portato le banche a stringere i cordoni del credito, ma che non manca di alcuni aspetti positivi: «La difficoltà nel reperire finanziamenti è destinata a favorire, almeno nel breve-medio termine, un ritorno dell'industria, di aziende che si aggregano perché complementari o per allargare il ventaglio della propria offerta» spiega Carlo Pambianco, fondatore della Pambianco Strategie di Impresa, la cui divisione M&A ha elaborato i dati relativi ai primi tre mesi del 2009. Operazioni di questo genere sono già avvenute nel passato: per citare solo due esempi di diverso tenore, Zegna aveva acquistate, Agnona per entrare nel segmento donna, la famiglia Del Siena , proprietaria della Milena Corifezioni (Arezzo) aveva rilevate 3 tre anni fa la camiceria Carrél (Treviso) per svilupparsi nell a fascia alta del mercato. Venuta meno la possibilità di ricorrere a una forte leva finanziaria (se l'azienda vale dieci, tre li paghi cash, il resto lo prendi a debito con la prospettiva di ripagarlo con i profitti dell'azienda stessa), potrebbe ridursi anche il numero di aziende con livelli di indebitamento “pericolosi”. «Nel novembre scorso – aggiunge Pambianco -avevamo fatto una classifica delle 150 aziende più indebitate, sempre nel settore moda, ed era emerso che la media era di un indebitamento pari a cinque volte il patrimonio netto. Altissimo». Anzi insostenibile in questa situazione difficile, come dimostra anche la vicenda di It Holding, finita in amministrazione straordinaria (e oggi costretta a cercare acquirenti per i due marchi Ferree Malo). Entrando nel dettaglio delle operazioni di M&A, sei sono avvenute tra operatori italiani, una sola (Matteo Marzotto che ha rilevato il marchio francese Vionnet) tra Italia ed estero, due tra stranieri e italiani: la francese Hinfray ha rilevato il calzaturificio Della Vedova e il gruppo cinese Ngok ha preso il 50% di Gaetano Navarra (ma la partnership sembra già arrivata al traguardo). Le altre iniziative sono tutte all'estero.
L'interesse maggiore si è focalizzato sulle aziende di distribuzione (dieci operazioni), seguite dall'abbigliamento (nove operazioni). «Tutti vogliono comprare reti di vendita – commenta Pambianco – per che danno un accesso dirette al consumatore. In piccolo è quello che su larga scala ha fatto negli anni scorsi Leonardo Del Vecchio con Luxottica». Questo scenario rallentate sembra comunque destinato a cambiare in tempi non lunghi. Soprattutto perché in questi mesi il mercato della moda è ancora pesante, i consumatori restano cauti e alcune aziende, per quanto cerchino di ridurre i costi per restare a galla, fanno fatica a sopravvivere. La venditi può diventare una via d'uscita.
Estratto da: Il Sole 24 Ore, a cura di Pambianconews