MiArt 2009, quattordicesima edizione della Fiera Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Milano, propone anche quest'anno un panorama artistico che spazia dal moderno alle più innovative proposte artistiche del contemporaneo.
Consulente del Settore Moderno anche quest'anno è Donatella Volontè, mentre è di nuova nomina il consulente del Settore Contemporaneo, Giacinto Di Pietrantonio.
La scelta dei due curatori, unica in Italia, è la prova dell'attenzíone al tessuto reale che circonda la fiera. Le gallerie non si presentano più in aree rigidamente distinte ma interagenti, in confronto diretto tra loro, per rispondere sia alla loro fisionomia sia al collezionismo milanese, italiano e internazionale.
Dopo le battute d'asta eccezionali, che hanno caratterizzato gli ultimi anni, risultato dell'inserimento nel mercato di istituti finanziari o bancari che, con l'immissione di ingenti somme nel circuito artistico hanno talvolta sancito una distorsione dei valori reali, con la crisi globale alla quale stiamo assistendo, si avrà un ritorno alla figura del collezionista puro che, anche nel passato più recente, non ha acquistato arte per investimento, ma perché spinto da reale passione.
Questa tendenza ben si sposa con il taglio che MiArt 2009 dedica al settore moderno che, pur mantenendo intatta la sua originaria vocazione internazionale, da sempre presenta tra i suoi punti di forza il meglio dell'arte italiana del Novecento; arte che, nonostante la crisi degli ultimi mesi, ha dimostrato di saper tenere sia perché non soggetta a sopravvalutazione sia perché, elemento più importante, di grande qualità e dunque inevitabilmente ancora “oggetto dei desideri” del collezionismo internazionale.
L'arte del Novecento, ci spiega Donatella Volontè, è stata sottovalutata e lo è ancora. Le battute d'asta degli ultimi dieci anni ci hanno abituato a prezzi gonfiati soprattutto nel Contemporaneo, di conseguenza, tranne nel caso di Fontana che finalmente ha avuto una giusta valutazione a livello mondiale, gli altri grandi maestri del Novecento sono tuttoggi sottovalutati. Questo ha fatto sì che in questo periodo di crisi globale non abbiano perso alcun punto percentuale sul valore di sei mesi fa, mentre ci sono artisti contemporanei che hanno già perso dal 40% al 60% del valore delle battute d'asta. Per il settore Moderno la crisi del mercato è positiva perché sta riaggiustando certi valori che si erano persi. La qualità tornerà vincente e l'arte italiana può ben essere definita l'oggetto del desiderio.
Stiamo tornando alla figura del collezionista puro, anch'esso prodotto della crisi, prosegue la Volontè. Negli ultimi dieci anni le battute d'asta viziate con prezzi di aggiudicazione altissimi erano il risultato dell'immissione sul mercato di tanto denaro che veniva dalle banche e dalle istituzioni finanziarie che utilizzavano denaro di clienti non preparati all'acquisto in arte ma decisi ad investire anche in questo settore. Con la crisi finanziaria questo tipo di clienti non appassionati e non vicini al settore ma interessati solo all'investimento si allontaneranno e il collezionista vero, quello che acquista per passione, tornerà ad essere il padrone del mercato e i prezzi tornerano ad avere un senso.
Quest'anno ricorre il centenario della nascita del movimento futurista e MiArt ospiterà, all'interno del settore moderno, diverse gallerie che proporranno opere futuriste. La Galleria milanese ArteCentro, ad esempio, presenterà in fiera solo opere futuriste. Altre gallerie presenteranno opere di Balla, Depero e Prampolini, tra i principali esponenti di questa corrente.
Per quanto riguarda il settore Contemporaneo di MiArt la novità di quest'anno sarà la presenza a Milano di astri nascenti molto promettenti, che incontreranno i nomi già affermati, sui quali stanno già investendo le gallerie più sperimentali,. Questa scelta, ci spiega Giacinto Di Pietrantonio, è dovuta al fatto che Milano è la città degli artisti, delle gallerie e dei collezionisti moderni e contemporanei.