2008 negativo per la moda italiana che segna un calo del 4% del fatturato rispetto al 2007. E per il 2009 ci si attende un nuovo calo del fatturato simile a quello registrato nell'anno appena trascorso.
I dati di settembre e soprattutto di ottobre, presentati in occasione della conferenza stampa della Camera Nazionale della Moda Italiana, hanno registrato una gelata dell'attività del settore. Nei comparti a valle (abbigliamento, calzature e pelletteria), che fino a metà anno non avevano subito cali di fatturato, il terzo trimestre è stato negativo (-2,8%) e a ottobre si è avuto un crollo del 10% rispetto allo stesso periodo del 2007. Nei comparti a monte (tessile e pelle) la gelata autunnale si è invece tradotta nell'ulteriore peggioramento di un quadro congiunturale già difficile fin da inizio anno. Nel terzo trimestre il fatturato è calato di quasi il 10% e ad ottobre il calo ha raggiunto il 13% rispetto allo stesso periodo del 2007.
Malgrado il difficile quadro macroeconomico, le esportazioni italiane di moda si mantengono stabili, come mostrano i dati dei primi nove mesi dell'anno. Restano purtoppo in forte difficoltà le esportazioni tessili, in particolare verso l'Europa, mentre abbigliamento e pelletteria crescono a tassi vicini al 4%.
Le importazioni, frenate dalla debolezza della domanda, sono in calo (-1.6%). Per effetto della diminuzione nei prodotti semilavorati (-6,2% ) e della stabilità nei prodotti finiti (+l ,4°rb).
Il saldo con l'estero è migliorato per 235 milioni di � nei primi 9 mesi del 2008.
Sulla base dei dati disponibili, è già possibile prevedere che nella prima metà del 2009 per i comparti a monte proseguirà la discesa del fatturato (-2%) malgrado il sostegno offerto dalla ripresa del dollaro ad un comparto sensibile al cambio. Più difficile si presenta la prima metà dell'anno per i comparti a valle frenati da una domanda interna per i beni di vestiario particolarmente negativa. Il calo del fatturato dei settori a valle potrà raggiungere il 5%.
In occasione della presentazione delle sfilate della Moda Uomo, Mario Boselli, Presidente CNMI, ha dichiarato di essere molto soddisfatto per la qualità e l'esclusività delle collezioni che confermano, ancora una volta, la supremazia mondiale della moda maschile italiana ma ha sottolineato con rammarico che per l'indisponibilità degli stilisti, il calendario si sviluppa su quattro giorni anziché sui cinque tradizionali. Ciò penalizza il lavoro degli operatori – stampa e buyer – che hanno meno tempo disponibile da dedicare alle collezioni.