Sulla scia del successo sperimentato a Londra e New York, ormai anche in Italia investire nel temporary è diventato non solo di moda, ma anche una buona occasione per fare business.
I primi ad averlo capito sono Paolo Comini e Andrea Maria Meschia, due agenti di commercio che dopo aver lavorato per Mandarina Duck e Bric's, tre anni fa a Milano, a due passi dal Castello Sforzesco, hanno aperto lo show room Sidecar, uno spazio espositivo di 300 metri quadri nel quale, fino a oggi, si sono alternate a staffetta le collezioni di Durex, Gabetti, Pirelli, Lagostina, Levi's e Spalding: «I primi due anni – racconta Comini sono stati i più duri. L'apertura di Sidecar lasciava infatti sbigottiti e la gente, passando davanti alle vetrine commentava: « Ma guarda, qua i negozi non durano neanche un mese». Insomma, all'inizio il messaggio che volevamo veicolare ci si rivoltava contro in maniera catastrofica, ma col tempo, e conuna buona campagna di comunicazione, le cose sono cambiate e quest'anno abbiamo triplicato il fatturato iniziale».
Ingrediente principale di questa ricetta di successo è un'alternativa formula commerciale, interessante anche in termini di costi: «L'investimento medio lordo per un periodo di due settimane – conclude Comini – può essere ricondotto al valore di una mezza pagina su un quotidiano nazionale».
Se Comini e Meschia, in un certo senso, hanno fatto da pionieri in Italia di un'idea ormai radicata a livello mondiale, e se Milano e Roma sono diventate le capitali nazionali del pop-up con iniziative che si susseguono ogni settimana (Saeco Caffè Shop, Philips Simplicity Store, Cosmetici Lush e Diesel, per citare solo le principali), sulla stessa scia si sono mossi altri imprenditori, tanto che anche il mondo dell'arte ha dimostrato attenzione al temporary.
E a proposito di estero, sono ancora Stati Uniti e Gran Bretagna a dettare la tendenza con una sorta di temporary 2.0. è il caso di Top shop, il marchio moda inglese famoso per la sua collaborazione con Kate Moss che con il servizio “Top shop to go” porta il negozio direttamente a casa. O di Jimmy Choo, la griffe di scarpe di lusso che propone un comodo servizio di shop in the office.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 23/12/08 a cura di Pambianconews