Nella primavera del 2006, allo scoppiare della crisi nel gruppo, i tre rami della famiglia che fanno capo a Manlio, Giordano e Carlo Zucchi sottoscrissero un patto per testimoniare al mercato il proprio impegno comune a sostegno di una ristrutturazione che si annunciava pesante. L'accordo aveva la stessa durata del piano di ristrutturazione, tre anni. «L'appuntamento con la scadenza porta sicuramente a fare delle riflessioni, dice Matteo Zucchi, l'esponente della terza generazione cui è stato delegato il compito di guidare il gruppo mentre tutti gli altri familiari sono usciti dai ruoli di vertice. Stiamo ragionando per arrivare preparati».
Per il primo trimestre di quest'anno Zucchi ha annunciato 0,5 milioni di euro di utile netto contro una perdita di 1,9 milioni nello stesso periodo del 2007. E' il primo utile netto dopo molto tempo e la società ha confermato la previsione di un ritorno ai profitti per l'intero esercizio. Ripensando al momento della crisi (51 milioni di euro di perdita nel 2005) Matteo Zucchi dice che la scelta decisiva è stata la prima: «Quando abbiamo steso il piano di ristrutturazione c'era un grande bivio: ricercare attraverso la crescita il recupero di marginalità, oppure non puntare alla crescita del fatturato ma alla sua contrazione. Siamo andati sulla seconda strada ed è stato un bene».
Le marche sono state riposizionate verso l'alto di gamma, Bassetti e Descamps in primo luogo, mentre su Zucchi ci sono ancora lavori in corso. è stata cambiata la squadra di vertice. Sono state acquisite licenze importanti, come quella con la Diesel di Renzo Rosso.
Oggi il gruppo Zucchi sta studiando nuove acquisizioni. «Sono arrivate diverse proposte ma non abbiamo niente di concreto al momento, dice l'AD. Oggi che i conti ce lo permettono un'acquisizione potrebbe essere interessante per noi in Europa, ci stiamo guardando intorno anche se vogliamo fare un passo per volta. Più che marchi tradizionali di biancheria per la casa, però, il nostro interesse è per aziende dove è sviluppato il canale distributivo».
Estratto da CorrierEconomia del 19/05/08 a cura di Pambianconews