In Italia, prima dell'accordo da 33 milioni di euro per rilevare Guru il brand Bombay Rayon Fashion non era certo uno dei più noti. Lo scorso dicembre è stato annunciato un investimento da oltre 170 milioni di euro nello Stato del Maharahstra suddiviso in circa 70 milioni nella tessitura e tintura, altrettanti nel processing e 30 nel confezionamento. Una volta che i nuovi impianti saranno operativi la società di Mumbai potrà lavorare 180 milioni di metri annui e sarà in grado di mettere sul mercato di 30 milioni di capi all'anno. Non solo, grazie ai generosi incentivi fiscali offerti dal governo del Maharashtra, il management della Bombay Rayon Fashions non nasconde di puntare a diventare uno dei player indiani più competitivi sotto il profilo dei costi.
A ottobre invece era stata la volta dell'acquisizione per oltre 4 milioni di euro del ramo garment della Rajasthan Spinningand WeavingMills,una società del gruppo Lnj Bhilwara che ha permesso a Bombay Rayon Fashion di aggiungere al proprio portafoglio uno stabilimento in grado di produrre 6 mila pantaloni al giorno e di accrescere di circa 8 milioni di euro all'anno il fatturato del gruppo. Nel terzo quarto dell'anno fiscale 2007-2008 la casa indiana ha registrato un incremento del fatturato dell'81% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, arrivando a 2,4 miliardi di rupie (oltre 37 milioni).
Il managing director della società, Prashant Agarwal, ha spiegato che il marchio italiano Guru è stato scelto sia per la sua «iconicità presso il pubblico giovane» sia per il fatto di essere noto in tutta Europa. «è il nostro ingresso nel settore retail – ha spiegato Agarwal – partendo da uno dei mercati più sviluppati e profittevoli del mondo». E nei prossimi due anni la società di Mumbai punta ad aprire 100 punti vendita nelle principali città indiane.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 13/05/08 a cura di Pambianconews