Secondo i rumors del mercato, sulla nomina di Stefano Sassi alla presidenza di Valentino si stanno concentrando gli indizi sul malumore dei tedeschi di Hugo Boss, che vorrebbero avere mano libera, visto che si considerano il core business del gruppo. E non a torto: nei primi nove mesi del 2007 (ultimi dati consolidati disponibili), Hugo Boss ha rappresentato il 77,2 dei ricavi di Vfg e addirittura l'83,4% dell'Ebit.
In ambienti vicini a Permira, però, si sottolinea come la Hugo Boss abbia mantenuto la piena autonomia gestionale già in essere quando la proprietà era targata Valdagno. Resta il fatto che le divergenze con Bruno S�lzer erano incentrate sulle linee strategiche: per l'azionista è infatti necessario premere di più l'acceleratore sulla crescita dei ricavi, ritenuta lenta, anche grazie a una maggiore internazionalizzazione, soprattutto in Asia, e inoltre riprogrammare per aree e per marchi lo sviluppo del retail.
Peraltro, una manciata di giorni fa, gli analisti tedeschi hanno criticato la distribuzione di una cedola straordinaria di 5 euro che non è piaciuta neppure ai sindacati. In base alla normativa tedesca, comunque, è il management board ad avanzare una simile proposta che viene poi approvata dal supervisory board, nel quale siedono pure i rappresentanti dei lavoratori. In quel caso il quasi 73enne chairman Vita – che fin dall'ingresso di Permira aveva informato di volere abbandonare, visto che era anche presidente della Allianz e da luglio di Banca Leonardo – ha votato un doppio sì.
In ogni caso, per il posto di S�lzer i cacciatori di teste sono già arrivati con Permira a una short list. L'annuncio potrebbe avvenire in tempi brevi.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 19/03/2008 a cura di Pambianconews