Il 2007 appena archiviato, è stato un anno sostanzialmente positivo, per 1'attivo del saldo commerciale, per l'export, per la ripresa, sia pure cauta, del mercato interno. Sono cauti, gli imprenditori, come hanno confermato al “Micam Shoevent” il salone appena chiuso a Milano, per un'altra ragione: gli ultimi mesi del 2007 e questo inizio di 2008 risentono della crisi economica degli Stati Uniti.
Dunque, per dirla con il presidente di Anci, Vito Artioli, si è tirato un primo sospiro di sollievo, perché gli sforzi per contrastare la concorrenza, soprattutto cinese, e in genere dei paesi in via di sviluppo, sono stati ripagati, perché il trend degli ultimi cinque anni, in affanno e in ripiegamento, è stato definitivamente cambiato. Ma nessuno si fa illusioni. La battaglia della scarpa bella, di qualità, e creata in Italia, è ancora difficile.
«C'è un attivo del saldo commerciale, per i primi dieci mesi del 2007, di oltre 3,2 miliardi di euro, che corrisponde a una crescita di ben il 14,7% rispetto allo stesso periodo del 2006». Un dato incoraggiante, anche se raffrontato con il 2,2% di aumento, segnalato dal consuntivo 2006, dopo quattro anni di stagnazione.
Un dato che segnala, altro importante obbiettivo raggiunto, un mercato interno, fermo da anni, che ha ripreso a fidarsi della scarpe italiane, con un aumento del 3,9% nel volume di prodotti venduti, vale a dire una spesa maggiore, per scarpe e accessori italiani, pari al 6,2 per cento. Mentre i prezzi sono aumentati dell' 1,6 sul mercato italiano contro l'aumento medio del 3,8 dei mercati esteri. E si punta, per il 2007, ad un incremento della produzione che, al consuntivo definitivo, risulti pari a quasi il 3 per cento in più rispetto al 2006.
Estratto da Affari&Finanza del 3/03/08 a cura di Pambianconews