Dall'inizio del 2005, Martino Gamper, designer e fabbricante di mobili, ha iniziato ad accumulare le sedie fuori uso trovate nelle strade di Londra, a casa di amici, oppure ricevute in regalo. Dopo averle smontate, ha riassemblato i singoli componenti dando forma a nuove �creature�, spesso strane, ma dall'aspetto comunque riconducibile a quello di una sedia. Il risultato di questo insolito bricolage, è una collezione di 100 sedie in 100 giorni e in 100 modi riciclate che nobilita il concetto del �fai-da-te�.
Gamper ritiene che ogni oggetto abbia il suo momento di gloria e che una volta che questo è passato, ogni singolo pezzo dovrebbe essere reinserito nel ciclo evolutivo. �Perché dovrei venerare un oggetto prodotto industrialmente se ne esistono ancora centinaia di copie? Tanto più che nemmeno il suo progettista vi ha mai posato le mani.� è una dichiarazione controversa, che critica radicalmente il fiorente mercato di oggetti di design e i suoi collezionisti, i quali spesso, assistendo alle performance di Gamper, restano sconvolti davanti allo smontaggio di uno dei loro miti.
Per reagire all'esigenza pressante di nuove invenzioni nel mercato del design contemporaneo e per evitare i suoi meccanismi di valorizzazione dei prodotti, Gamper ha scelto le gallerie d'arte come laboratorio per i suoi esperimenti: esse sono il palcoscenico per le sue performance pubbliche. Interagendo direttamente con lo spettatore, Gamper mette in scena il suo lavoro di fabbricante di mobili, dotato di un'immediatezza intuitiva basata sulle capacità tecniche e sulla profonda conoscenza dei materiali.
Estratto da Corriere.it del 20/02/08 a cura di Pambianconews