Con un po' di ritardo rispetto ad altri settori, anche per la moda diventa sempre più importante la componente “virtuale”. Molti designer hanno capito che la rete amplifica l'audience: tra i primi, come sempre, è arrivato Giorgio Armani, che nel gennaio 2007 ha trasmesso live la sfilata parigina di Armani Privé.
L'altra area su cui si stanno concentrando ingenti investimenti è l'e-commerce. Le cifre che vengono dall'America parlano chiaro: nel mese di dicembre le vendite online sono cresciute del 20%, passando da 23,5 miliardi di dollari a quasi 30, e tra le aree di spesa più consistenti continuano a esserci l'abbigliamento e gli accessori.
Vedere la rete come una minaccia, sembrano capire in molti, non ha senso, specie se si punta a vendere la propria immagine e i propri prodotti ai più giovani. E a proposito di giovani, internet ha già fatto molto per alcuni stilisti di ultima generazione. Roland Mouret è un nome sconosciuto ai più, ma tra le sue clienti ci sono già Demi Moore, Scarlett Johansson, Nicole Kidman e Cate Blanchett. Ma anche i brand storici o comunque già affermati hanno compreso le potenziali dell'e-commerce. Emblematico, del resto, il caso Gucci: nel 2007 le vendite online, che vengono fatte in dieci Paesi tra cui l'Italia, rappresentano, dopo il mercato cinese, l'area di business con le migliori performance (+65% nello scorso anno).
Estratto da Il Sole 24 Ore del 12/02/08 a cura di Pambianconews