Una conferma della ripresa in atto nel distretto comasco della seta, iniziata nel 2005, e una riprova del legame virtuoso tra investimenti e redditività di un'impresa, anche a breve termine. Ma soprattutto la dimostrazione che le aziende della zona non hanno, sostanzialmente, problemi di accesso al credito e che il loro rating è da considerarsi a basso rischio, anche secondo i nuovi parametri di Basilea 2.
è questo il quadro emerso dalla ricerca presentata ieri a Como �Qualità, fattore di successo del distretto serico�. Curato da Intesa Sanpaolo, lo studio ha preso in esame un campione di 80 aziende, con un fatturato complessivo di circa 1,1 miliardi di euro, pari al 40% del totale del distretto. Alcune delle imprese, tutte con ricavi superiori al milione di euro, sono �verticalizzate�, cioè hanno al loro interno ogni fase del processo industriale, le altre rappresentano l'intera filiera, dalla torcitura alla tessitura, dalle tintorie alle stamperie.
I rating calcolati sui bilanci 2006 indicano per il 73% delle aziende un �rischio basso� (che sulla scala S&P va da A a BBB-), per il 19% un “rischio medio” (da BB+ a BB-) e per il restante 5% un “rischio alto” (da B+ a CCC). «Studiare i bilanci è necessario, ovviamente. E i rating sono uno strumento utile anche nei processi di internazionalizzazione, spiega Pier Aldo Bauchiero, responsabile area lariano di Intesa Sanpaolo. Ma come banca vogliamo avvicinarci molto di più ai problemi degli imprenditori, comprendere le loro esigenze giornaliere. Solo così un istituto di credito può essere veramente d'aiuto in caso di piccole o grandi bufere».
Secondo Bauchiero comunque il peggio è passato e, puntando sulla qualità, le circa 800 aziende del distretto, hanno tenuto anche sui mercati internazionali, «non per quantità, certo, ma per valore».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 19/12/07 a cura di Pambianconews