In casa Prada è il momento delle scelte. Quella più vicina, ma anche più delicata, è la nomina di un advisor che affianchi la famiglia nella quotazione del luxury group, programmata a giugno sulla base del bilancio al 31 gennaio 2008.
L'assistenza di un advisor di fiducia è importante per quei componenti meno addentro ai problemi del listing. Non tanto l'AD Patrizio Bertelli (ha il 33,5% in trasparenza) quanto la presidente Miuccia Prada e ancor più i suoi fratelli Alberto e Marina, che non sono soci d'opera (la famiglia Prada Bianchi ha il 60% attraverso Bellatrix).
Si sono presentati due candidati di rango: la Mediobanca dell'AD Alberto Nagel e un concorrente temibile come Banca Leonardo di Gerardo Braggiotti. Piazzetta Cuccia punta a un ruolo nell'ipo Prada, griffe con cui finora non ha avuto rapporti ravvicinati. Diverso è il caso dell'ex-banchiere di Lazard, la merchant che fu advisor nella tentata quotazione dell'estate 2002. Senza contare che Banca Leonardo ha partecipato pochi mesi fa al finanziamento di 200 milioni per Prada holding bv allestito da Intesa e Ubm.
Per contro Prada spa, la capofila industriale che andrà in Borsa, non nominerà un proprio advisor a differenza del tentativo precedente in cui aveva al fianco Morgan Stanley. Il motivo è che non servirà un beauty contest per selezionare i global coordinator.
In effetti Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno una sorta di right of first refusal, o comunque una corsia preferenziale, implicita nel contratto di finanziamento da 700 milioni con cui due anni fa fu rivista tutta l'esposizione. Per il terzo global coordinator i Nagel estero la scelta appare ristretta tra Morgan Stanley Merrill Lynch e JP Morgan.
Bertelli e il consocio Intesa Sanpaolo (ha il 4,7%) sono sicuri di portare a piazza Affari numeri eccellenti (ebitda superiore ai 280 milioni del piano) e un team apprezzato dalla Borsa. Grazie anche al nuovo chief operating Brian Blake, ex-Gucci.
Estratto da Il Mondo del 12/10/07 a cura di Pambianconews