Un esempio di Pmi globale? Un gruppo svizzero, la passione di un'imprenditrice nata a Bolzano (ma cresciuta in Svizzera), un ufficio stile italiano e francese, l'esperienza e l'abilità dell'industria tessile italiana e un fornitore russo. Il risultato è la «Zanotto Nives», un'azienda con passaporto internazionale che produce biancheria per il letto e la tavola rigorosamente in lino.
Ma perché il tessile e perché l'Italia? «Se si sceglie il tessile e si vuole produrre a certo livello – spiega Nives Zanotto – bisogna venire a produrre in Italia. Poi ci si è messo l'incontro con una stilista italiana che condivideva il mio sogno: produrre lino pregiato�.
E così nasce la Zanotto Italia all'interno del Gruppo Zanotto con sede a Zurigo che commercializza in materie prime (fatturato 2006 nel settore tessile: 50 milioni di euro). L'avventura parte nel 2004 quando la passione per il bello, il colore e lo stile si unisce alla competenza imprenditoriale. La conoscenza della materia prima, infatti, risale alla fine degli anni 80 quando Nives Zanotto comincia a commercializzare fibre naturali dalla Russia e al 1993 quando fonda una società con uno tra i più grandi proprietari al mondo di piantagioni di lino e fabbriche di filatura e tessitura di altissima competenza, azienda storica accreditata dalla fine dell'Ottocento come fornitore ufficiale degli zar: la società madre si chiama Jsc Texcontract con sede a Mosca, e le fabbriche di lino si trovano al nord di Mosca (le più importanti a Kostromà, Krasavino, Ivanovo e Smolensk).
L'elemento distintivo (e innovativo) della produzione Zanotto Nives è l'uso del colore, anche e soprattutto sul lino, quasi un'eresia per una materia prima preziosa ed esclusiva, usata normalmente solo nel colore naturale e bianco. A ciò si aggiunge un'altra scommessa: produrre un lino che non si debba stirare.
E a provarci è un multinazionale nel senso etimologico del termine: nata nel luglio 2004 a Marnate (Varese) in un momento in cui il tessile stava vivendo una grave crisi, Zanotto Italia ha chiuso il 2006 con 3,8 milioni di euro, con una previsione 2007 di 4,2 milioni di euro (+12%). In Italia il marchio è distribuito in 400 punti vendita multimarca su tutto il territorio, 25 corner e 1 monomarca. A ciò si aggiunge il doppio passaporto anche nella progettazione delle collezioni, dove stilisti italiani lavorano affiancati da professionisti francesi.
Estratto da CorrierEconomia del 8/10/07 a cura di Pambianconews