Milano se ne dovrà fare una ragione: il suo pluridecennale titolo di città italiana del design è emigrato, temporaneamente, altrove. Lo scettro va a Torino, che, allo scoccare del 2008 ne diventa ufficialmente prima capitale mondiale, come stabilito a fine 2005 dall'International council of societies of industrial design. Il capoluogo lombardo, però, non sta a guardare. Il milanesissimo salone del mobile, manifestazione di riferimento cui tutto il mondo guarda (nel 2006 ha festeggiato la 46esima edizione con 270 mila visitatori e si prepara alla 47esima, dal 16 al 21 aprile 2008), si è auto-esportato a Mosca, dal 10 al 13 ottobre, all'interno di quelle manifestazioni world wide del made in Italy nate come luogo d'incontro tra designer, architetti e trend-setter (la scorsa edizione, nel 2006 a New York, contò oltre 20 mila visitatori). A organizzare è il Cosmit, l'ente fieristico milanese che ha ricevuto per ben due volte il compasso d'oro, massimo riconoscimento europeo del settore.
Per marcare il territorio, Milano darà anche vita a un museo interamente dedicato alla creatività industriale, tanto atteso quanto a lungo procrastinato. è il Triennale design museum, che si inaugura il 6 dicembre e unisce 84 collezioni e centri di ricerca italiani, tra cui la fondazione Adi (associazione design industriale), che ha sede proprio nella capitale lombarda.
Tra le aziende più importanti e internazionalmente note del comparto, la più celebre è senz'altro Cassina (quattro compassi d'oro nella sua storia e quasi 58 milioni di fatturato nel primo semestre 2007). Oltre ad aver portato in Italia icone assolute, come la chaise longue dell'architetto svizzero Le Corbusier o la sedia dello scozzese Charles Mackintosh, ha anche esportato nel mondo nomi milanesi non meno famosi: Giò Ponti, Vico Magistretti e Mario Bellini, l'architetto milanese che nella sua carriera ha fatto incetta di compassi d'oro, ben sette, e che ha 25 delle sue opere in mostra permanente al Moma di New York.
Quanto a Cassina, oggi fa parte del gruppo Frau (quasi 140 milioni nel primo semestre 2007, 981 dipendenti e otto stabilimenti in Italia), la holding di Tolentino, nelle Marche, che controlla anche le lombarde Cappellini (10,5 milioni nel primo semestre 2007, negozi a Parigi, Anversa, New York, Los Angeles, Sidney e Singapore) e Alias (12,5 milioni di fatturato nello stesso periodo).
Estratto da Il Mondo del 5/10/07 a cura di Pambianconews