Che siano vere o finte non conta, l'importante è affrontare l'inverno con una pelliccia. Possibilmente in technicolor. Niente più ostracismi quindi per le pellicce perché, forse anche per placare le pulsioni iconoclaste degli animalisti pronti a catapultarsi senza veli in pedana pur di difendere la loro causa, gli stilisti si sono fatti furbi e, accanto ai manti regali da guerriera del lusso, si divertono a confondere le acque con effetti eco-chic. Come Miuccia Prada che ha rilanciato le pellicce ecologiche proponendo il suo “fur mohair” espressione modaiola che indica un materiale lanuginoso che simula una pelliccia vera.
Cavalcando l'onda lunga del revival generale di quegli anni folli e molto spensierati, la nuova estetica glamour in tema di pellicce lancia messaggi molto chiari per quest'inverno: ben vengano le pellicce a pelo lungo, molto selvagge, importanti ma sportive, da virago bellicosa avvolta in volumi primitivi come suggerisce anche Dior con i suoi cappotti molto couture o Maison Martin Margiela che addirittura ha sdoganato le imponenti spalle anni `80 fino ai virtuosismi stilistici di Ermanno Scervino che manipola i montoni come fossero merletti.
L'ultima frontiera? Uno stile di vita fatto di pelliccia come l'alcova di ermellino o orilag, o la coperta di Linus possibilmente soffice e leggerissima, per arredare e riscaldare ambienti dal design minimale e privo di orpelli, case, jet privati e persino super ovattati ascensori di night club super branchés per inottambuli più viziati e freddolosi.
Estratto da Affari & Finanza del 1/10/07 a cura di Pambianconews