Donatella e Santo Versace sono ormai tranquilli e soddisfatti. Il management guidato dall'AD Giancarlo di Risio ha mantenuto le promesse. Il 2007 è stato l'anno del consolidamento ma anche quello dell'inizio di una nuova fase di sviluppo dopo un biennio di ristrutturazione. Entro Natale saranno inaugurati i due negozi di Pechino, più altri sei in altre città della Cina.
Il fatturato dell'esercizio è previsto in leggero aumento ma sarà il 2008 l'anno del ritorno alla crescita, proprio grazie alle nove boutique aperte in questi mesi. In base ai primi dati, anche l'obiettivo di portare accessori e pelletteria al 38% delle vendite (è il settore a margini più elevati) è stato raggiunto. Insomma, sono ormai state poste le basi per rendere il marchio della Medusa più efficiente. Ormai l'azienda continua a fare cassa (11 milioni nel 2006) e può pensare di auto-finanziare la crescita senza ricorrere massicciamente all'indebitamento.
Tanto che tra gli azionisti del luxury group inizia a prendere corpo la convinzione che l'azienda possa anche farsi strada da sola e forse rimettere nel cassetto il progetto di collocamento in Borsa ipotizzato nel 2009. In questo momento nel quartier generale di via Manzoni il modello di crescita più citato è infatti quello di Chanel, nome storico del lusso francese che alla quotazione non ha mai pensato. Ma anche di Giorgio Armani e Dolce & Gabbana che macinano una tale liquidità da non avere certo la necessità di finanziarsi sul mercato.
Insomma, conclusa la ristrutturazione e finita l'urgenza, la famiglia sembra tornare sui suoi passi. Anche quest'anno infatti l'esercizio chiuderà con una cassa positiva (ad aprile l'azienda ha distribuito un dividendo di 3 milioni).
Estratto da Il Mondo del 14/09/07 a cura di Pambianconews