Da una vecchia macchina per cucire sistemata in garage a un'azienda con 450 persone, una produzione annua di 300mila pezzi, un fatturato che nel 2006 ha raggiunto i 60 milioni di euro e un'esportazione che arriva al 50% della produzione. E poi show-room a Milano, Parigi, New York e Montréal. E' la storia in poche righe della Tombolini, azienda leader nell'abbigliamento maschile e femminile. Ed è soprattutto la storia di Fiorella Tombolini, presidente dell'omonima azienda.
L'improvvisa scomparsa del padre Eugenio, che aveva già trasformato la vecchia sartoria artigianale, da lui stesso allestita in maniera semplice, in una vera impresa, ha messo Fiorella (all'epoca ventiquattrenne e con un figlio di tre anni) di fronte a una scelta importante. « è stato un periodo difficile», racconta, « ma ho capito che in quel momento la vita mi aveva posto in una posizione particolare, mi aveva messo di fronte a una decisione che, in realtà, avevo già preso». Così, assume la guida dell'azienda.
Oggi l'azienda può contare su un consolidato mercato estero. Le esportazioni riguardano principalmente l'Europa e poi il Nord e il Sud America, Il Medio e l'Estremo oriente, e l'Africa. Con marchi di qualità e prestigio, oltre ai consolidati e classici Tombolini, Hilton Vestimenta e Regent.
Una domanda di rito: che cosa c'è dietro l'angolo per la ditta Tombolini? Quali gli appuntamenti e i traguardi da raggiungere? «Oggi si è molto piccoli o molto grandi. Noi dobbiamo ancora trovare una dimensione, ora siamo nel mezzo. La prossima sfida potrebbe proprio essere questa: crescere».
Estratto da Capital del 7/09/07 a cura di Pambianconews