Parigino doc, faccia aperta, aria decisa come si usa adesso nella nuova Francia di Nicolas Sarkozy, Jean- Marc Gallot è il presidente di Louis Vuitton per l'Europa. Sbarcato a Roma in occasione dell'apertura del negozio in via Condotti, racconta a “L'espresso” le nuove strategie e la penetrazione della griffe nei paesi dell'Est.
Escludendo la Francia, in quale nazione europea Louis Vuitton ha maggior successo?
«In Italia. E una storia d'amore che dura da decenni. Alla fine dell'anno apriremo una boutique a Padova. Roma, in particolare, è una piazza interessante. Via Condotti non solo è frequentata da turisti ma è luogo di passaggio per gli italiani, sempre attratti dal nostro marchio.
Il vostro è uno dei marchi globali per eccellenza. Quali sono le strategie future?
«Dal 1997 Louis Vuitton si è trasformata in una global brand. Oltre alle collezioni classiche abbiamo aggiunto alcune linee stagionali di prét-à-porter e di scarpe. Poi sono venuti gli orologi, la “fashion Jewelry”, i foulards, le sciarpe e gli occhiali. Controlliamo tutta la produzione e non facciamo contratti di licenza. Nemmeno per gli occhiali. Grosse opportunità vengono anche dagli accessori, in particolare dalle cinture.
In quali altre nazioni europee Louis Vuitton sta concentrando gli sforzi ?
«Bisogna distinguere. C i sono alcuni Paesi dove siamo consolidati da tempo come l'Inghilterra, la Germania e la Spagna; altri in particolare nell'Est europeo, dove stiamo aventi, un forte impatto. A Praga abbiamo aperto dieci anni fa, a Budapest nel 2006. In novembre inaugureremo un negozio a Bucarest. Siamo già a Kiev e a Mosca con due punti vendita, presto in ottobre una nuova boutique a San Pietroburgo. Mai concentrare gli sforzi su un solo obiettivo e su un'unica zona del mondo».
Estratto da L'Espresso a del 27/07/07 a cura di Pambianconews