La notizia della prossima quotazione di Ferragamo a Piazza Affari ha fatto rabbrividire i nostalgici delle aziende familiari. Ma non c'è da temere: «Se anche una parte della società diventerà pubblica non significa che noi usciremo di scena. Anzi, siamo tutti concordi nel mantenere in modo reale e matematico il controllo. Tanto che ci presenteremo in Borsa lasciando il 52% del capitale nella Holding di famiglia, la Ferragamo Finanziaria».
Con queste parole Ferruccio Ferragamo (nella foto), presidente della società fondata ottant'anni fa dal padre Salvatore, scopre le carte sul progetto avviato lo scorso ottobre con l'inserimento di Michele Norsa, primo amministratore esterno nella storia dell'azienda. Del resto la famiglia è diventata ormai anche troppo numerosa. «Siamo arrivati a quota 67. Solo la terza generazione è già composta da 24 nipoti, racconta il presidente, che a loro volta stanno iniziando ad avere figli. Per questo, una decina di anni fa abbiamo stabilito una regola fondamentale: in azienda non possono lavorare più di tre giovani alla volta. Senza far torto a nessuno».
Oggi, infatti, oltre al figlio di Ferruccio, James, che è responsabile della divisione calzature e pelletteria (ancora core business dell'azienda), in azienda Norsa ha chiamato Angelica Visconti (figlia di Fulvia Ferragamo) di ritorno dalla Cina e Diego di San Giuliano (figlio di Fiamma Ferragamo). «La presenza di alcuni rappresentanti della famiglia, assicura Ferruccio Ferravamo, garantisce la continuità del marchio e del prodotto nella storia. Questo non significa che non possano entrare anche azionisti esterni».
L'attenzione per i clienti stranieri è fondamentale per una società che ha i maggiori risultati da Asia (compreso il Giappone, i Paesi asiatici rappresentano il 46% delle vendite) e Stati Uniti (25%) . «Anche il potenziamento della rete retail è concentrata su questi Paesi. Entro fine anno sono previste sette nuove aperture in Usa e sei in Cina, una in Giappone e una a Kuala Lumpur. Mentre per quanto riguarda i mercati emergenti siamo proiettati su Russia, India e Brasile».
Stando all'ultimo bilancio disponibile (2006), Ferragamo ha registrato ricavi in crescita del 10% a 630 milioni di euro, confermando nelle scarpe il core business (37% dei ricavi) seguito a breve distanza dalla pelletteria (31%) e dall'abbigliamento (15%). «Dai primi dati di questo esercizio, assicura Ferragamo».
Estratto da Finanza & Mercati del 23/06/07 a cura di Pambianconews