«Anche noi consideriamo che il peggio, per il tessile-abbigliamento, sia finalmente alle spalle. Però vorremmo evitare eccessivi entusiasmi: i numeri della produzione elaborati dall'Istat non tengono conto di alcuni fattori e non riflettono fedelmente la situazione del tessuto produttivo».
Paolo Zegna, presidente di Smi-Ati, è cautamente ottimista ma sottolinea una differenza tra la visione dell'associazione degli industriali del tessile-abbigliamento e quella del rapporto Filtea-Cgil. «Anche noi stimiamo una crescita del2% del valore della produzione e questa è una notizia positiva, dopo anni di crescita vicina allo zero o addirittura negativa. Però dobbiamo sempre ricordare che molte aziende del tessile-abbigliamento hanno meno di dieci dipendenti e sono proprio le piccole a soffrire. C'è ancora molto da fare per garantire un futuro certo all'industria e soprattutto all'occupazione. Anche i dati sulla produzione industriale presentati dall'Istat l'11 giugno sono un segnale positivo, ma non crediamo di poterli prendere “alla lettera”: l'istituto di statistica ha segnalato un aumento della produzione del comparto tessile-abbigliamento, in aprile, del 7,5% e nei primi quattro mesi dell'anno dell'8,1%. Magari fosse così per tutti. Come dicevo, le medie statistiche nascondono le realtà più piccole».
Sul tema della formazione il presidente di Smi-Ati si dichiara «disponibile a lavorare con tutti i sindacati: il tessile-abbigliamento negli ultimi anni ha dimostrato di saper costruire, anche nei periodi di massima difficoltà, relazioni non conflittuali tra imprese e rappresentanti dei lavoratori». Mala vera leva sulla quale gli industriali puntano è la promozione all'estero. «Da quando sono presidente di Smi-Ati ne ho fatto un autentico credo, spiega Paolo Zegna. Noi puntiamo a promuovere il sistema nel suo complesso, con tutte le sue preziose piccole e medie realtà».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 17/06/07 a cura di Pambianconews