L'idea è affiancare a Poltrona Frau e Cassina, due marchi culto dell'home living, un nome dell'arredo per ufficio. Purché con la stessa caratura: design, marchio al top, collaborazioni con architetti celebri. Franco Moschini, presidente e co-azionista del gruppo controllato dal fondo Charme, ha esplorato varie possibilità con Luca e Matteo di Montezemolo. Fino a puntare gli occhi sulla Tecno di Varedo (Milano), circa 40 milioni di ricavi, tra i nomi di maggior prestigio dell'architettura d'interni e dei mobili di design (ha lavorato con Gae Aulenti, Norman Foster, Jean Nouvel, Renzo Piano e molti altri).
Moschini e Montezemolo si sono fatti avanti con Vincenzo Manes della i2 capital, la joint-venture tra Intek e Intesa Sanpaolo, che della Tecno è il maggior azionista con il 60%. L'altro 40% è in mano alla Ab partecipazioni di Paolo Borsani, 54 anni, erede della dinastia di architetti che fondarono l'azienda nel 1953. Ma proprio qui cominciano le difficoltà.
Il tandem Manes-Intesa è da tempo ai ferri corti con il socio di minoranza. Un contenzioso fatto di accuse reciproche su scelte di gestione, poteri, limiti di spesa e patti parasociali che è finito a carte bollate. A testimoniare il clima surriscaldato c'è una delibera di assemblea del 6 marzo con cui Borsani è stato revocato dal board, di cui era presidente, con la coda di una probabile azione di responsabilità.
Sta di fatto che la Tecno ha perso 18 milioni in quattro anni e ha bisogno di un piano di rilancio. Ma la lite tra i soci ha creato una impasse. E adesso rischia di bloccare sulla soglia d'ingresso il fondo Charme che, per andare avanti, ha bisogno di certezze. Sia sul piano industriale sia sulla piena legittimazione dei venditori. Daniela Polizzi e Carlo Turchetti
Estratto da Il Mondo del 1/06/07 a cura di Pambianconews