L'assemblea del gruppo Coin ha approvato un bilancio che, dopo sette anni, torna all'utile, con vendite consolidate nel 2006 per 1.116,7 milioni ed un risultato netto positivo per 10,3 milioni, ma soprattutto un sostanziale cambio di filosofia operativa che vede la parte industriale affiancare con decisione il ruolo di retailer che storicamente ha dato visibilità alla società veneziana.
«Coin, spiega l'amministratore delegato Stefano Beraldo (nella foto), deve dare adeguata forza ai suoi marchi e non temere di affrontare la competizione nella maniera più diretta». A fare da pilota, come sempre, è il Veneto dove un piano di ristrutturazione che vale una decina di milioni sta cambiando faccia con una marcata caratterizzazione sia ai negozi Ovs che a quelli Coin. «Nei negozi che hanno già completato il cambiamento, dice Beraldo, registriamo incrementi di vendite fra il 15 ed il 20%».
Coin sta inoltre giocando in queste settimane due carte importanti: l'uscita dai confini italiani ed il debutto della terza insegna. L'estero significa oggi Est europeo e Middle East. «La strada è quella dei franchisee, spiega Beraldo. Troviamo chi mette i capitali e la gestione d'impresa e noi mettiamo il valore aggiunto sia della nostra esperienza di retailer che dei nostri brand industriali. Entro fine anno puntiamo ad almeno quindici aperture fra Serbia, Romania, Albania, Cipro, Slovenia, Dubai».
«Non meno stimolante e carica di potenzialità, conclude, è l'iniziativa della terza insegna, Yo Vi, che sta per Young Village. Abbiamo aperto un temporary store a Milano ed un negozio a Roma ed entro fine anno saliremo a quattro punti vendita. Sono negozi di abbigliamento per ragazzi fra i 4 ed i 12 anni dove c'è il nostro brand, Twiddy, ma ci sono anche i corner di aziende che vanno da Diesel a Pinco pallino, da Guru gang ad Adidas».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 31/05/07 a cura di Pambianconews