«Le prospettive di crescita nel Far East sono le più interessanti e in Cina in particolare si assiste ad un vero e proprio boom di nuovi ricchi con ampie disponibilità economiche». Francesco Trapani (nella foto), numero uno di Bulgari, analizza la recente evoluzione del settore, caratterizzata da un forte sviluppo nell'Estremo oriente ma anche dalla crescente sfida dei fondi di private equity, in agguato per rilevare brand storici, come accaduto nel casodi Valentino. «Il private equità, spiega Trapani, svolge in generale un ruolo positivo, ma nel lusso, per creare valore, bisogna avere un'ottica di lungo termine e non sono certo che per i fondi questo sia il settore più congeniale dove investire».
Valentino è l'ennesimo simbolo del Made in Italy che finisce all'estero. C'è da rammaricarsi per la mancanza di investitori italiani?
Direi di no. Da italiano mi auguro che il Paese riesca ad avere sempre un ruolo da protagonista nell'economia globale, male barricate sulle singole aziende non hanno senso. L'Italia deve piuttosto puntare a far crescere nuove realtà produttive, in modo che nessuna singola azienda diventi “indispensabile”.
Periodicamente ci sono voci di un'acquisizione imminente di Bulgari da parte di un colosso del settore. Tutte invenzioni o qualche trattativa c'è stata?
Nessun approccio formale, neppure da parte del private equity. È ovvio che da un punto di vista industriale un'acquisizione di Bulgari da parte di Lvmh o Ppr abbia senso. Ma la famiglia non vende, lo ha ribadito più volte e la situazione non è cambiata.
Bulgari ha deciso di uscire quasi del tutto dal fondo di private equity Opera, che nel corso degli anni non ha portato i risultati sperati. Cosa non ha funzionato?
L'andamento negativo di partecipazioni come Sector o Bruno Magli non ha certo aiutato, ma più in generale ci siamo resi conto che gestire un'azienda con una strategia a lungo termine, come facciamo con Bulgari, è cosa diversa rispetto ad agire come private equity.
Nel primo trimestre il gruppo ha avuto un forte sviluppo delle vendite nell'estremo oriente. Oggi il Far Fast rappresenta i120% del fatturato, quanto peserà in prospettiva?
Dare obiettivi numerici sarebbe un azzardo, posso dire però che questa è l'area con le prospettive di crescita più importanti. In termini di capacità di spesa e di attenzione al lusso, devo dire che la Cina sta fornendo sorprese positive e la classe più affluente sta crescendo a ritmi estremamente sostenuti. L'altra area da monitorare con attenzione è (India: per ora operiamo solo in franchise, ma gli sviluppi potenziali sono molto interessanti.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 29/05/07 a cura di Pambianconews