Il fatturato dei primi cinque gruppi italiani degli occhiali continua a crescere, anche se a un ritmo inferiore rispetto al 2005. Passa infatti da 5,9 miliardi di euro a 6,6, con un incremento del 12% (che nel 2005 era stato del 19% rispetto al 2004). Una buona parte della crescita, spiega uno studio Pambianco Strategie di Impresa, è stata determinata da Luxottica, che nel corso del 2006 ha proceduto al consolidamento delle sue recenti acquisizioni (Shoppers Optical in Canada, Modern SightOptics in Cina e Doc Optics negli Usa) e ha acquisito la licenza di Dolce&Gabbana, valutata in circa 65 milioni di euro.
Anche il secondo gruppo del settore, Safilo, ha archiviato un ottimo 2006: i ricavi sono cresciuti del 9,4%, arrivando a 1,12 miliardi di euro. Molto positiva la performance di De Rigo, che da una crescita negativa (-2% nel 2005) passa a una crescita positiva (+10,4 %, nel 2006). Lo stesso vale per Marcolin, che passa da un -11%, a un +2,3%, anche grazie alle nuove licenze: Web, Roger Vivier e Ferrari.
L'ottima salute di cui gode il settore degli occhiali è confermata dagli investimenti pubblicitari sulla carta stampata, che nel 2006, secondo un altro studio Pambianco, stati di 25,63 milioni di euro (riconducibili a tot marchi) rispetto ai 20,405 nel 2005 (quando erano stati presi in considerazione “solo” 89 marchi), con una crescita del 25,6%. Per raccogliere i dati sono stati calcolati i valori di listino delle varie concessionarie di pubblicità scontati del 75%, l'abituale riduzione applicata agli inserzionisti regolari.
La ripartizione degli investimenti per marchi mostra che il numero uno è Prada (che ha tre linee di occhiali, Prada, Miu Miu e una linea sportiva) con un investimento di 1,510 milioni di euro, pari al 5,9% del totale del settore; il secondo è Safilo, con 1,263 milioni di euro (114,9% della cifra complessiva); il terzo è Gucci con un investimento di 943mila curo. Nel 2005 primi tre investitori erano stati Prada (con un investimento di 2,147 milioni), Versane (79rmila) e Gucci (786mila).
Considerando solo i marchi omogenei, cioè quelli che hanno effettuato investimenti sia nel 2005 sia che nel 2006 (sono 64) gli investimenti sono aumentati dell'8,6%. I primi 13 marchi (20% del totale), che valgono il 46,5% degli investimenti, sono aumentati nel 2006 del 17,8% passando da 8,055 a 9,493 milioni di euro. I rimanenti 52 (80% del totale), che valgono il 53,5% degli investimenti, sono aumentati dell'1,6% passando da 10,738 a 10,914 milioni.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/05/07 a cura di Pambianconews