Se non ci riescono le “metropoli” italiane ad attrarre creativi, manager e ricercatori internazionali, ci prova la provincia. Il nord est ha già cominciato. Il Veneto tenta di diventare una sorta di Silicon Valley della creatività. Insieme al vento di ripresa che è ritornato a soffiare da un paio d´anni, sul territorio si stanno formando delle realtà che ambiscono a diventare poli di creatività con l´obiettivo di attirare intelligenze e teste pensanti italiane e straniere.
«Al Veneto non manca niente, raccontano i protagonisti di questa new wave locale. Ha dalla sua la bellezza naturale, l'industria e una creatività diffusa fra moda, design e arte. Si tratta di creare una sorta di autostrada virtuale che unisca in senso metaforico i punti di eccellenza del territorio, gli dia maggiore visibilità e ne faccio un luogo dove, manager, accademici e creativi hanno voglia di lavorare e vivere». «E non siamo all´anno zero, dicono, molte di queste realtà sono già partite e si stanno muovendo con rapidità». Li chiamano distretti creativi, incubatori, campus e sono gestiti da menti vivaci che vogliono far dimenticare la fama dei veneti, di essere solo “caseta e fabrichetta”.
Che il territorio stia già esercitando un certo fascino sui creativi anche internazionali, lo dimostra il fatto che, per esempio, alcuni stilisti noti nel jet set internazionale della moda non solo hanno impiantato fabbriche, ma ci siano andati a vivere. Sulle colline di Vicenza, ad Arcugnano, in una villa veneta restaurata è stata creata una community del design, un mini campus che lavora come un incubatore. «Facciamo nuove strategie sul territorio che coinvolgono management, industria, design, architettura» spiega l´architetto Aldo Cibic che ne ha la paternità. Un altro caso emblematico di questa nuova faccia del nord est è la Fornace di Asolo.
La svolta avviene nel 2003, quando con l´aria di crisi che soffia da quelle parti si decide che è necessario attuare un cambiamento e si verificano due episodi che rendono questo luogo un caso. Ben 43 istituzioni, tra cui qualcuna internazionale, si aggregano per gestirla, in controtendenza rispetto all´individualismo veneto. Attraverso finanziamenti europei sono state messe insieme un gruppo di aziende innovative. E la Fornace è diventata una sorta di incubatore per società che fanno scarpe sportive, moda e anche software per la robotica. Una ventina di aziende si sono installate negli spazi della Fornace che da un paio di anni è diventato un polo industriale di ricerca e creatività.
Estratto da Affari & Finanza del 19/03/07 a cura di Pambianconews