Parma, 1999. Un ragazzo di 22 anni, Matteo Cambi, a Carpi (Modena) fonda un marchio di T-shirt e di felpe. Nel giro di tre anni ne vende più di 3 milioni, in Italia e all'estero. Piacciono il nome, Guru; il simbolo, una margherita; e lo stile che li rappresenta, rilassato e fuori dagli schemi. «Guru è nata quasi per gioco, ma ora è una solida realtà imprenditoriale» dice Cambi, oggi presidente di Guru.
Nel 2002 il fatturato è già a 10 milioni di euro, nel 2004 a 70, nel 2006 a 90, quest'anno si supereranno i 100. L'azienda si diffonde in 17 Paesi, perfino in Medio Oriente e in Turchia, e sta per sbarcare negli Stati Uniti, in Giappone, in Brasile, in Cina e in India. Spuntano i marchi collegati: «Guru Gang», dai 4 ai 16 anni, e «Guru Gang Baby», da 0 a 3 anni, ai quali si aggiungerà da quest'anno la collezione di alta gamma «Ferrari junior».
Fondamentale è il ruolo della comunicazione. Sulla margherita intanto continuano a spuntare petali. Nel 2006 è nata «G'99», una linea di abbigliamento sportivo in chiave fitness. Sta per partire la prima linea di calzature, 44 modelli e 230 varianti per uomo, donna e bambino. Un progetto affidato ad Alberto Del Biondi, di Industria del Design, un centro progettuale con una forte competenza nel calzaturiero.
Estratto da Economy del 16/03/07 a cura di Pambianconews