Trecento espositori provenienti da tutto il mondo e dall'intera filiera del comparto, dai brand più noti, come Ravizza, ai confezionisti, dalle concerie alle pelli: si è aperto ieri Mifur, la fiera della pellicceria che resterà nei padiglioni di FieraMilanoCity fino adomenica 18.
La manifestazione è stata inaugurata all'insegna di un cauto ottimismo: secondo la consueta analisi congiunturale condotta da Pambianco Strategie di Impresa per conto dell'Aip (Associazione italiana pellicceria), nel 2006 il valore della produzione wholesale è cresciuto del 12% sull'anno precedente, sfiorando il miliardo di euro. Se poi si considera il valore retail, la cifra complessiva quasi raddoppia (il ricarico della distribuzione è calcolato moltiplicando il valore wholesale per 1,9), salendo a 1,81 miliardi, in crescita del 13% rispetto al 2005. Anche il numero complessivo degli occupati è aumentato del 4%, passando da 2.771 a 2.890 dipendenti.
Segmentando il mercato in marchi di pellicceria veri e propri, griffe e marchi di abbigliamento, le percentuali di crescita variano molto. La performance complessiva migliore nel 2006, come accade già da qualche anno, è stata quella delle griffe: il valore wholesale riconducibile ai grandi nomi della moda e del lusso è stato di 460 milioni di euro, in crescita del 175 sul 2005.
Anche il trend dei consumi, stando all'indagine Pambianco, è molto positivo: nel 2006 il valore retail è stato di 1,634 miliardi, con un aumento del 14% rispetto al 2005, e le esportazioni sono salite del 20% a 171 milioni di euro. Il primo mercato per la pellicceria italiana è la Russia (43,4 milioni di euro), seguita da Francia (20,6, a +25% sul 2005) e Svizzera (12,2 milioni di euro, con una crescita record del 176% rispetto all'anno precedente). Gli Stati Uniti restano il quinto mercato (9,3 milioni), ma anche l'unico a registrare un forte calo (-45%).
Estratto da Il Sole 24 Ore del 15/03/07 a cura di Pambianconews