Nel mercato del settore waterwear sports, Arena nel 2005 ha fatto registrare risultati di vendita di 350 milioni di euro. «La vera svolta è avvenuta nel 2001, ricorda Alessandro Carpignano, direttore generale di Arena Italia, allora prese il via una fase di rilancio dell'azienda focalizzata sulla concentrazione delle attività di business nei mercati “core”, attraverso un processo di riorganizzazione industriale e organizzativo che ha consentito ad Arena di posizionarsi tra i marchi più ambiti nel settore non solo degli sport acquatici ma anche del tempo libero».
Attualmente la quota di mercato del gruppo italiano è del 25% in Francia, del 10% in Germania e Austria e del 30% in Italia. Ma crescono i nuovi mercati. «Tra i nostri prossimi obiettivi, continua Carpignano, ci sono sicuramente i mercati dei paesi dall'economia in pieno sviluppo (Europa dell'Est, Cina e America Latina) , oltre ad altri di aree molto strategiche (Sudafrica, Nuova Zelanda e Australia)».
Il 40% dei ricavi del Gruppo è concentrato nel segmento dei costumi da competizione, core business dell'azienda, destinato a un target tecnico di fascia alta di atleti e appassionati del nuoto. Gli accessori, come occhialini, sandali, cuffie, borse, rappresentano un terzo del fatturato, mentre le vendite nel settore Textile Leisure/Beachwear rappresentano il 20% del totale. Il rimanente deriva dal settore «di corredo» Activewear (tute, magliette, pantaloni, giubbotti e felpe).
Attualmente quello italiano è il secondo brand a livello mondiale nel settore con una quota di mercato del 13% nel mondo e del 16% in Europa. I due marchi di riferimento sul mercato globale infatti sono proprio Arena e Speedo seguiti, a distanza, dai brand generalisti come Adidas e Nike.
Estratto da CorrierEconomia del 5/03/07 a cura di Pambianconews