Da terzista di pelletteria a presidente di un'impresa di caratura internazionale. Marco Palmieri (nella foto), titolare della Piquadro di Bologna, una delle più rinomate aziende di articoli per il business e per il viaggio con un forte contenuto di design, ama scherzare dicendo che prima il «cinese» era lui, mentre ora ai cinesi (e agli italiani) dà lavoro.
L'azienda, nata come laboratorio di produzione conto terzi per mano di Palmieri nell'88, è una delle poche ad aver capito il potenziale cinese per tempo, stringendo anni fa una joint-venture ed entrando al 50°% nel capitale di una grossa industria di Shenzen che ora, grazie a un proficuo interscambio, consente a Piquadro forti profitti e margini ragguardevoli. «Fare il terzista mi è sembrato subito riduttivo, racconta l'imprenditore. Perciò io e mio fratello Pierpaolo, ci siamo messi a studiare un prodotto con forte connotazione di marca, che avesse un suo posizionamento preciso sul mercato».
Qui entra in gioco il talento di Palmieri, che da appassionato di matematica chiama il suo brand Piquadro e concretizza nelle sue cartelle, agende, nei suoi zaini, il concetto di «tech inside», ovvero di tecnologia insita negli oggetti. «È stato subito boom, dai 4 milioni di euro del primo anno è iniziata l'ascesa che ci ha portati ai 33 milioni con cui contiamo di chiudere il 2007» conferma lui. Ora, Piquadro esporta in 48 paesi e ha 18 negozi propri, aperti dopo il varo del primo flagship milanese di via Spiga: l'ultimo è stato quello di Hong Kong.
«In Cina realizziamo il 60% della produzione e ora iniziamo anche a vendere i nostri prodotti, continua Palmieri, ma design, ingegnerizzazione e marketing rimangono qui. E sempre qui in Italia investiamo gran parte dei nostri profitti: il 22% delle fatture aziendali vengono pagate in Cina, il restante 78% è valore aggiunto che resta nel nostro paese. Chi afferma che delocalizzare è distogliere risorse dal proprio paese sbaglia: da noi il numero dei dipendenti è aumentato nel corso degli anni, ma sono cambiate le mansioni».
Estratto da CorrierEconomia del 26/02/07 a cura di Pambianconews