E' stato il settore più colpito dalla crisi e dalla concorrenza cinese, tanto da essere considerato da molti ormai «perso»: un comparto sul quale non si doveva scommettere più. Ed è anche per questo che gli imprenditori del tessile-abbigliamento ora rivendicano orgogliosi le proprie capacità.
Il sistema moda italiano ha ripreso a marciare. Lo dicono i dati diffusi ieri da Paolo Zegna (nella foto), presidente di Smi-Ati, l'organizzazione confindustriale del settore, in occasione dell'inaugurazione di Milanounica, il salone del tessile italiano che si è aperto a Milano: dopo cinque anni di discesa, il fatturato del tessile ha ripreso a crescere, +1,4% nel 2006; e gli italiani sono stati gli unici, tra i 10 maggiori esportatori mondiali, ad aver mantenuto mediamente in crescita le propri vendite estere.
Grazie, soprattutto, alla Cina, che oggi è il terzo mercato di sbocco per le imprese italiane, ma nel 2010 diventerà il primo secondo le proiezioni di Smi-Ati. Se oggi la situazione è tornata positiva, però, così ha voluto sottolineare Zegna, lo si deve «esclusivamente all'iniziativa imprenditoriale, che ha saputo affrontare la nuova fase di globalizzazione spingendo la propria attività verso produzioni più qualificate e concentrate nell'alta gamma».
Estratto da Corriere della Sera del 14/02/07 a cura di Pambianconews