Se se lo potessero permettere acquisterebbero, al primo posto, Versace. Ma anche tra i cinesi facoltosi , il marchio della Medusa è un must: al terzo posto dopo Chanel e Louis Vuitton. È la fotografia scattata da un'indagine di AcNielsen sulla penetrazione delle griffe «oggetto di desiderio» nella Terra di Mezzo . «Avevamo visto giusto: gli investimenti fatti in Cina, nell'ultimo anno, in comunicazione e nuove boutique (15 entro il 2007) hanno dato risultati più veloci di quanto immaginato». Parola di Giancarlo Di Risio (nella foto), l'amministratore delegato artefice della riscossa di Versace, che con il 2006 ha concluso il turn around (un anno in anticipo sui piani), superando i 276 milioni di fatturato previsti e realizzando 2 milioni di utili «veri», dato che il bilancio 2005 beneficiava dei risultati della cura dimagrante imposta dal numero uno.
«Il 2007 sarà l'anno del consolidamento con una crescita a due cifre» dichiara Di Risio, un passato alla Ittierre e alla Fendi, l'uomo del rigore con un pizzico di fantasia. «Una ristrutturazione fatta non solo di tagli ma di iniziative, in forte attacco per il riposizionamento del marchio verso l'alto». Verso quel lusso «inaccessibile» come lo definisce Di Risio, fatto di «rarità ed esclusività», tutti ingredienti «appartenenti al Dna della griffe». A questo scopo via le licenze (almeno sette) che spostavano verso il basso, massima attenzione ai negozi di proprietà («uno dopo l'altro li rinnoveremo tutti: ogni singolo pezzo di arredamento deve essere pregiato»), la rinuncia alle sfilate di Parigi a favore della presentazione privata della collezione atelier alle clienti nella ex casa di Gianni Versace («da quando sfiliamo nel palazzetto milanese di via Gesù, le richieste sono più che raddoppiate. Con vestiti che arrivano a 500 mila euro»). E soprattutto lusso a 360 gradi.
Per incrementare i profitti il manager molisano guarda soprattutto a Est, con l'obiettivo di portare il continente asiatico al secondo posto, come quote di mercato (oggi al terzo dopo Europa 50% e Usa 20%). In vista di Piazza Affari. «Una strada possibile, dipenderà dagli azionisti. Come manager posso solo dire che sto lavorando perché nel 2007 la Versace abbia le carte in regola per pensare a una quotazione».
Estratto da Corriere della Sera del 28/01/07 a cura di Pambianconews