Dopo la positiva chiusura del 2006, con un fatturato che dovrebbe aver raggiunto i 250 milioni, in crescita del 10% sul 2005, Gruppo Binda, con i suoi marchi propri, Breil e Tribe by Breil, e con quelli che gestisce per la distribuzione, guarda quest'anno anche ad un'ulteriore accelerazione del proprio sviluppo internazionale.
Per il brand di orologi, gioielli e, da poco anche di profumi (con Morris), il posizionamento è quello del "bold spirit", lo "spirito audace", come hanno esemplificato anche le recenti campagne lanciate per le festività natalizie, caratterizzate da un'adeguata dose di trasgressione e, per quanto riguarda Breil, dal claim: "Bad girls e bad boys go Breil". Quello di marca, lo storico "Don't touch my Breil", non viene più utilizzato, anche se questa versione in inglese, subentrata al "Toglietemi tutto ma non il mio Breil", dava già l'idea dell'orientamento allo sviluppo internazionale del gruppo.
Tutti questi elementi hanno portato ora l'azienda a decidere di rivedere le proprie strategie di comunicazione e, conseguentemente, i rapporti con i partner che sono Leo Burnett per Breil e 1861 United per Tribe by Breil (per il quale, l'ultima campagna stampa è stata incentrata sulla testimonial Jessica Alba, mentre a novembre è uscito uno spot prodotto da Akita Film). Per questo, l'azienda di cui è owned brands managing director Roberto Sforzini, ha indetto una gara alla quale, oltre alle due citate, partecipano anche altre 4 agenzie: due sono italiane e, cioè, la sede locale di Saatchi&Saatchi, individuata in quanto "rappresentante" dell'approccio creativo di un grande network, e Armando Testa, simbolo, invece, di quello "made in Italy"; le altre due sono invece strutture straniere, altrettanti hub creativi del calibro dell'olandese Strawberry Frog e dell'argentina Strato.
Estratto da DailyMedia del 16/01/07 a cura di Pambianconews