Si apre oggi (per chiudere sabato 13 gennaio) su un mercato in grande movimento la 71a edizione di Pitti Uomo. A fronte di una parte centrale del 2006 dove si è registrata una ripresa, il bimestre settembre-ottobre, ha evidenziato una netta inversione di tendenza (dovuta anche al clima che non si è mai attestato su valori invernali) che ha portato l'industria italiana dell'abbigliamento maschile a chiudere l'anno con un fatturato complessivo di poco superiore a 4 miliardi di euro (meno 0,7% rispetto al 2005).
«Un dato positivo, analizza Raffaello Napoleone (nella foto), amministratore delegato di Pitti Immagine, è quello relativo ai consumi interni. Per la prima volta dopo cinque anni si è registrato un incremento reale dell'1,6%. Altro dato importante è quello riguardante le percentuali di esportazioni. Il 75% dell'export italiano rimane in Europa e il 25% delle importazioni di abbigliamento maschile degli Usa è made in Italy. Questo significa che il nostro Paese mantiene la leadership nella produzione ad alto valore aggiunto».
Che l'Italia sia un punto di riferimento mondiale lo ribadisce anche il progetto che Pitti ha realizzato con i sarti della londinese Savile Row e che ha portato nove sartorie inglesi a presentare i loro capi negli spazi di Villa Vittoria. «La novità di questa edizione, continua Napoleone, è Touch. Si tratta di uno spazio espositivo dove, in una libera interpretazione di Pitti Immagine, vengono tracciati nuovi trend dell'eleganza maschile».
Estratto da Finanza & Mercati del 10/01/07 a cura di Pambianconews